Secondo l'edizione di oggi di Repubblica, quarantamila spettatori paganti si sono goduti una squadra capace di palleggiare con eleganza e in velocità , di montare un pressing feroce in ogni angolo del campo, di ostentare sfrontatezza anche nelle situazioni più scabrose, di avere fede nel proprio coraggio senza dar troppo retta ai propri limiti: il Verona. «Meritavamo di vincere», dirà Ivan Juric alla fine di questa prestazione molto sarriana, forse anche nellâaccompagnamento tra bellezza e sfortuna, non andando molto lontano dal vero ma restando in ogni caso distantissimo dalla realtà , visto che come al solito ha vinto la Juve con un rigore (di Ronaldo, fallo sciocco di Gunter su Cuadrado) e un tiro deviato (ancora da Gunter, stavolta su Ramsey), con una spaventosa (e spaventata) sofferenza provinciale, con una somma ancora indecifrabile di vizi e virtù, di difetti e di sbagli.
Sarri ha salvato il carattere dei suoi, questa volta come le altre: bene o male, la Juve sta sempre in piedi. Ma stavolta alle carenze da esplorare ha aggiunto la mancanza di personalità , che sembra una cosa inaudita per una squadra che da otto anni smantella la concorrenza ma che adesso, a tutti gli effetti, sâè scoperta in balia del Verona persino nella tana sacra e inviolabile dello Stadium (con la tribuna Sud senza capi ultrà né striscioni ma non deserta né silenziosa, e la Digos ha identificato 50 tifosi con loghi dei gruppi coinvolti nellâinchiesta Last Banner). Buffon è stato il migliore in campo, inclusa una paratona decisiva su Lazovic e nonostante il gol di Veloso, un sinistro portentoso segnato dopo che Di Carmine aveva preso il palo su rigore (che sciocchezza il fallo di Demiral sullo stesso centravanti) e Lazovic aveva sbattuto sulla traversa la ribattuta. Le statistiche dicono di otto tiri in porta a tre e cinque corner a due per il Verona, la faccia di Sarri dice anche di più: «Gli schemi li fanno i giocatori, perciò questa squadra non potrà mai essere simmetrica e ordinata come il Napoli, altrimenti dovrei stravolgerla. Però ci sono momenti in cui crediamo poco in noi stessi, abbiamo paura di sbagliare. E se siamo in difficoltà , ci riduciamo a difendere negli ultimi venti metri, che è pericolosissimo».
Lâasimmetria è dovuta alla presenza di Ronaldo: qualunque fuoriclasse è destinato per natura a non essere irreggimentato nellâordine. «Soffriamo in copertura perché non siamo pronti a capire come sistemarci a seconda di come si piazza lui. Dobbiamo imparare che spesso occorre difenderci con il 4-4-2, ma ci mancano gli automatismi. Li troveremo, è questione di tempo e di abitudine». Sarri, per avere slancio e freschezza, ha pure cambiato 5 giocatori rispetto alla Champions, ricevendo indicazioni buone da Buffon e Ramsey, contraddittorie da Dybala e negative da Demiral e Bentancur, ma se dovesse farlo non lo rifarebbe, non lo rifarà : «Ci ho messo del mio, cambiare così tanto una squadra ancora in costruzione è pericoloso». Vincere è lâunica cosa che conta, ma soprattutto che consola.