Ultimissime calcio - Come riporta l'edizione odierna di Repubblica lo stop al campionato è stato annunciato ieri sera dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al termine di una giornata che anche in casa Napoli era stata caratterizzata da precarietà, incertezza e tanta preoccupazione. La ripresa della preparazione si era consumata infatti in un’atmosfera surreale, con i giocatori che avevano prima pranzato insieme a Castel Volturno e poi erano scesi in campo per l’allenamento pomeridiano: il primo dei quattro programmati da Gattuso in vista dell’anticipo di venerdì a Verona, che invece non si giocherà. Ma la squadra se non altro non dovrà vivere più alla giornata e potrà ritrovare almeno una parvenza di normalità. Il Coni aveva peraltro dettato già la nuova linea nel pomeriggio, fermando lo sport dilettantistico in tutta l’Italia come minimo fino al 3 aprile. Stamattina tocca al calcio professionistico adeguarsi e il Consiglio Federale servirà solo per ratificare il decreto ad hoc del Governo, che ha spazzato via in maniera drastica le resistenze all’interno della Lega, con la Lazio e altri club che continuavano a opporsi all’interruzione dell’attività agonistica. Aurelio De Laurentiis si era invece detto disposto ad appoggiare la soluzione più ragionevole, auspicando solo che venisse fatta chiarezza al più presto possibile.
Ne avevano bisogno innanzitutto i giocatori, che comunque continueranno a lavorare regolarmente a Castel Volturno, a prescindere dall’interruzione del campionato. È infatti già incominciato pure il conto alla rovescia per la rivincita di Champions League contro il Barcellona: appuntamento in calendario il 18 marzo e non a rischio di rinvio. Ma intorno alla supersfida con Messi aleggia un altro genere di incertezza, dato che è ritornata a forte rischio la presenza dei tifosi allo stadio. Anche in Spagna sta infatti dilagando l’allarme per il contagio da coronavirus e alle 9 in punto di stamattina è convocata una riunione della Generalitat de Catalunya: per un vertice amministrativo- istituzionale sulla organizzazione della partita. Le ipotesi sul tavolo sono tre: nessuna limitazione per il pubblico, divieto d’ingresso al Camp Nou solamente per i sostenitori azzurri e porte chiuse. I dirigenti del club blaugrana cercheranno di far valere tutto il loro peso politico per salvaguardare l’incasso ( con il sold out assicurato) e per consentire alla formazione di Setièn di beneficiare della carica della sua gente.
Il male minore sarebbe per il Barcellona lo stop ai tifosi del Napoli, con cinquemila biglietti per il settore Ospiti da rimborsare. Ma una chiusura solo parziale del Camp Nou potrebbe essere rischiosa per l’ordine pubblico, visto che con voli e hotel già pagati in molti avranno la tentazione di partire lo stesso per la Catalogna: aggiungendo così un’ulteriore emergenza a quella sanitaria. Per questo urge una decisione più equa possibile e che spazzi via l’incertezza, in un momento in cui gli interessi del calcio debbono passare necessariamente in secondo piano. Apprezzabile la scelta del club azzurro di mantenersi alla larga dalla vicenda, senza fare alcuna pressione o speculazione. Gattuso e i giocatori sperano al contrario che alla fine la sfida di Champions League si possa giocare con lo stadio pieno, senza limitazioni. La bolgia del Camp Nou regalerebbe infatti delle motivazioni in più a Insigne e ai suoi compagni, già capaci di esaltarsi contro il Liverpool nella atmosfera fantastica di Anfield Road.
Tutto sarà più chiaro stamattina: con l’interruzione ufficiale del campionato e sul destino in bilico della carovana in partenza per Barcellona. Il Napoli non vede l’ora di sapere quale futuro l’aspetta.