Ultime Coronavirus Italia - Eâ uno dei passi più importanti della sperimentazione: nove oramai ex pazienti, che hanno superato la malattia, ieri, hanno donato il plasma. E lo hanno fatto nelle sale del reparto di Medicina Trasfusionale al Policlinico di Bari. Anche in Puglia, quindi, lâimmunoterapia con plasma per curare il Covid è diventata una possibilità concreta. Un percorso che, come spiega il presidente della Regione Michele Emiliano, "permette ai nostri medici di offrire una speranza a chi è malato e alla ricerca di fare passi avanti verso la cura".
Lo racconta l'edizione odierna di Repubblica:
"Inizialmente sono stati 14 gli ex pazienti che dopo aver manifestato la propria disponibilità sono stati sottoposti ad alcune analisi. I campioni sono stati inviati al laboratorio di microbiologia dellâazienda ospedaliera di Padova che ha verificato la quantità di anticorpi al Covid 19 maturata. Dallo screening sono risultati idonei 9 donatori dai quali ieri è stato prelevato il plasma. E alla "loro generosità " ieri è andato il pensiero del governatore Emiliano che ha voluto così sottolineare lâimportanza della giornata raggiunta ieri".
E adesso? Ecco qual è il percorso:
"Dopo il prelievo il plasma dovrà essere sottoposto a due test prima dellâinfusione ai pazienti che hanno forme moderate o severe del virus e che sono ricoverati negli ospedali pugliesi. Le sacche saranno conservate a meno quaranta gradi nei congelatori del Centro regionale sangue.
Ad esprimere il proprio consenso sono stati anche pazienti molto giovani che hanno superato la malattia. Come Onofrio Panzarino, 19 anni, studente universitario di Grumo, il più piccolo tra i pazienti ricoverati nelle settimane scorse al Policlinico o Vincenzo Manzionna, 34 anni, che ieri ha offerto la propria testimonianza. " Ho accettato di donare il plasma perchè penso sia un dovere. Sono felice di essere qui" spiega il giovane che racconta di essersi ammalato a marzo. Prima del ricovero, per alcuni giorni, ha avuto la febbre, poi la scoperta al Policlinico di aver contratto il virus e la paura di aver potuto contagiare qualcuno. " A casa avevo più pensieri, in ospedale invece sapevo di essere in buone mani. Ora dobbiamo ripartire con la giusta tranquillità mentale. Non avere il pensiero fisso che câè il virus, ma adottare le giuste precauzioni" conclude Vincenzo mentre dona il plasma. Onofrio Panzarino invece aspetta di sapere se il suo plasma sia compatibile o meno con quello dei pazienti in condizioni più delicate".