Notizie - Patrizio Oliva, 61 anni, ex campione olimpico e mondiale di boxe, ha rilasciato un'intervista a Il Mattino.
Lei avrà compreso lo smarrimento di tanti atleti dopo il rinvio dei Giochi di Tokyo al 2021: sono quelli che rischiano di non farcela.
«Lo comprendo, ma il dramma è quello che vive il mondo. Forse è un sogno che svanisce, però lo sport deve avere un atteggiamento coerente alla pandemia. E proprio nella boxe c'è stato un episodio non edificante»
Quale?
«L'incoscienza di chi ha portato i pugili italiani al torneo di qualificazione a Londra mentre il Coronavirus stava seminando centinaia di morti al giorno nelle nostre regioni. I dirigenti avrebbero dovuto urlare al mondo: noi non andiamo perché difendiamo la salute dei nostri atleti. Non è accaduto»
Come ci rialzeremo quando arriverà un giorno migliore?
«Ci si rialza lottando e io l'ho fatto. Non parlo delle sconfitte sul ring: un fratello perso giovanissimo, mio padre che si ubriacava e picchiava mia madre, la povertà assoluta... Ma io volevo cambiare la mia vita e per andare in palestra facevo 15 chilometri al giorno a piedi perché non avevo neanche i soldi per l'autobus. Lottare: deve essere questa la nostra forza».