Notizie Calcio Napoli - Napoli-Spal 3-1, vi proponiamo di seguito l'editoriale di Antonio Corbo per l'edizione odierna de La Repubblica:
Da una domenica di ordinaria serenità il Napoli riceve quasi tutte le informazioni che aspettava. Gli manca la più importante: l’Atalanta sfugge al pari in una sofferta partita. Vince in affanno a Udine. Consolida il quarto posto al confine della zona Champions, e per il Napoli si complica il programma, molto difficile recuperare 12 punti a dieci turni dalla fine. Niente però convincerà Gattuso a non tentare l’impresa il prossimo giovedì a Bergamo, non fosse altro perché interpreta anche l’ansia di rivincita della squadra.
Cominciò proprio con l’Atalanta il 30 ottobre la sua serie nera, con il più iniquo dei pareggi, in un minuto il Napoli passò dal rifiuto di un legittimo rigore con Llorente abbattuto da Palomino in area ad un fosco contropiede, dal possibile 3-1 al contestato 2-2. I verdetti del computer fissarono in quella partita la migliore performance atletica del Napoli, una beffa ma anche il segnale di cattive stelle sulla panchina di Ancelotti. Nello stadio deserto, restituito al silenzio dalla fine della partita, Gattuso ha rivelato un tratto della sua gestione. Rimane sul campo per dirigere l’allenamento di chi non aveva giocato. Un martello.
Non dà mai tregua, portando il Napoli raccolto in pezzi, ribelle e sbandato dopo la rivolta del 5 novembre, ad una brusca virata. L’inizio di una ferrea serie positiva. Quando si dice, la continuità. Ed il Napoli l’ha ribadita ieri: non solo una vittoria più ampia e più comoda del risultato, ma una confermata stabilità, pur con formazioni variabili. Gattuso cambia sette titolari rispetto alla vittoria esterna di martedì a Verona, senza che siano mancati i caratteri distintivi del Napoli, ormai evidenti. La qualità del gioco.
I triangoli stretti e bassi nella fase finale dell’azione. Gli equilibri. Si sono notati assetti diversi nella ripresa quando il Napoli con vantaggio ridotto (annullato dalla Var il terzo gol e subìto quello di Petagna dalla Spal) alterna e improvvisa altri moduli: 4-1-4-1 con Mertens prima punta, poi 4-4-2, partendo da un vago 4-3-3 che sembra il marchio di fabbrica.
Le informazioni che aspettava Gattuso, tranne quella della vittoria dell’Atalanta, sono molto interessanti. Una parata di Meret su una bordata di Valoti conferma il valore del giovane talento, senza tuttavia ripristinare la gerarchia dei portieri, lasciandoli in una rischiosa alternanza. La coppia difensiva centrale esce con una lieve ombra: Koulibaly troppo distante da Petagna al momento del gol, ma il gigante d’ebano svolge con larga sufficienza poi il suo compito, accanto ad un sempre più convincente Maksimovic.
Una squadra onesta ma debole come la Spal consente al Napoli un’altra verifica: piuttosto che giocare di ripartenze, deve comandare la scena con un possesso palla un po’ troppo lento come lenti erano i ritmi della gara, ma perentorio nel dominio del gioco. Altra intrigante novità: Lobotka al centro piazza la sua cattedra facendo dimenticare l’altrettanto sapiente direzione di Demme, sia Fabian Ruiz che Elmas lancia gli attaccanti con brevi diagonali offensive, tagli perfidi tradotti da Callejon, Mertens e Younes nei tre gol della vittoria.
Un quarto, per un millimetro di fuorigioco è revocato dal Var a Insigne. Il capitano reagisce con una indecifrabile smorfia la sostituzione: guai a farne un caso. Vale la sua generosa e sempre elegante partecipazione ad un Napoli che ha tanta forza voglia di non fermarsi più.