Ultime notizie. Oggi il Corriere della Sera pubblica un'intervista ad Andrea Carfì, capo della ricerca per le malattie infettive dellâamericana Moderna, la multinazionale specializzata nella tecnologia dellâRna messaggero, uno dei quattro vaccini distribuiti attualmente in Italia.
Quali delle varianti finora sequenziate mettono alla corda il vostro vaccino? «Preoccupa quella identificata per la prima volta in Sudafrica (B.1.351). Si è visto in studi di laboratorio che il nostro preparato risponde cinque-sei volte meno rispetto a quanto non faccia contro il virus originale, il Wuhan, o la variante identificata inizialmente in Inghilterra (B.1.17). Stiamo sperimentando sullâuomo due nuove versioni del vaccino: la prima contiene la sequenza della variante del Sudafrica, la seconda è la combinazione di una sequenza genetica del virus mutato e dellâoriginale. Si punta a trovare formule multivalenti come per lâantinfluenzale. Una dose contro quattro virus».
La variante indiana è minacciosa? «Lo sapremo la prossima settimana dopo aver raccolto i dati. Noi monitoriamo costantemente e tentiamo di capire in base ai cambiamenti di piccole parti del virus le versioni più pericolose che subito vengono testate in laboratorio. La variante indiana preoccupa un poâ perché combina due mutazioni già viste in altre varianti».
Terza dose per vaccinati e guariti? «Sì. Lâobiettivo è riportare i valori degli anticorpi ai livelli ottenuti dopo essere stati vaccinati al completo o aver avuto lâinfezione».
A quando un vaccino pediatrico? «à stato completato lâarruolamento dei volontari per partire con i test su 12-18enni. Speriamo di avere lâautorizzazione dallâAgenzia americana dei medicinali entro lâestate e di rendere disponibili le fiale prima dellâautunno. A metà marzo è partito lo studio su 6.500 bambini tra sei mesi e undici anni. Contiamo di essere pronti nel 2022».