Da sempre mi faccio una domanda : che bisogno c’è di Juve nel paese ? Se il sud ha il Napoli, il Catania e il Palermo, il centro la Roma, la Fiorentina e il Pescara, il nord il Milan, l’Inter, l’Atalanta, il Chievo e, nello specifico, il Piemonte il Torino, a che serve la Juve in questa Italia che coniuga pallone e ristrettezze economiche, stadi e aumento dell’Iva, sport e scandali, calcio e disoccupazione?
E’ di oggi la notizia che, in ottica di spending review, e quindi nel tentativo ulteriore di investire nel risparmio, il governo tenterà di accorpare gli enti di ricerca. Sono dodici, ne rimarrà uno. E allora, personalmente, tenterei un accorpamento anche nel calcio. Inter e Milan? una sola squadra. Così la Roma e la Lazio, il Verona ed il Chievo, il Genoa e la Sampdoria.
Nel giusto tentativo, anche qui, di investire per risparmiare. Ci riescono i lavoratori di enti, imprese, banche, a digerire cose simili, non dovrebbero riuscirvi i tifosi?
Per la Juve, poi, è discorso ancor diverso e più profondo. Qui non si parla di lavoratori ma di disoccupati. Si perché la Juve mi fa venire in mente, chissà mai perché, i lavoratori, o gli ex lavoratori, di Pomigliano e di Termini Imerese.
La moralità, una giusta moralità, dovrebbe far si che questa squadra chiuda. Chiuda i battenti, chiuda lo stadio, chiuda la bandiera, chiuda i trofei. Quelli conquistati sul campo, quelli conquistati con gli arbitri, quelli conquistati da Moggi e dai suoi metodi. E, purtroppo, anche quelli conquistati da quei pochi campioni che da quelle parti son passati. Quelli seri e onesti. Per esempio Scirea, oppure Zoff.
Riconsegni anche l’ultimo, quello cinese. Cinese due volte perché vinto in Cina ma anche perché assai taroccato. Restituisca anche quello. O lo venda. Venda quanto ha e quanto può. Del resto se i terreni e le ricchezze confiscate alla mafia vanno in un fondo, e spesso vengono elargite per scopi benefici, si potrebbero confiscare anche lo stadio, i proventi di Pirlo, le scommesse di Buffon ed il parrucchino dello squalificato Conte e farne opera di bene a favore di chi in Fiat lavorava ed oggi non vi lavora più.
E’ indecente ed indegno che in una nazione seria e civile ci sia una squadra di calcio che investe ora 50, ora 60, ora 70 milioni di euro per acquistare cosce di uomo in grado di tirare calci ad una palla e, la stessa proprietà, disinvesta, mandando a casa, per chi l’ha, o per strada per chi non l’ha, braccia in grado di avvitare bulloni di una Panda o di verniciare carrozzeria di una cinquecento.
Non v’è bisogno di Juve in una nazione seria. L’ho sempre pensato, me lo sono sempre chiesto, me lo chiedo più forte in momenti come questo. No, non v’è bisogno di Juve.
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