Senza saperlo si son sfiorati per qualche ora: hanno indossato la stessa maglia, lottato per il medesimo obiettivo, rincorso lo stesso pallone per far esultare i propri (identici) tifosi. Milik e Pavoletti son stati compagni di squadra in un frenetico pomeriggio di calciomercato, al tramonto della compilation di chiacchiere da bar e voci ricorrenti, mischiati nel polverone di rumors che aveva catturato anche Gabbiadini sottraendone certezze, sicurezze, convinzioni. Poi una nuova di fumo s’è dissolta in cielo, liberando il sereno, lasciando il nitido di ciò ch’è oggi, spiegando nei dettagli cosa sia successo.
IDEA PAVOLETTI. È nata repentinamente perché il tempo scorreva via veloce, inevitabilmente. Il Napoli poteva cedere Gabbiadini all’Everton ed aveva bisogno di un’alternativa valida. È stata individuata nell’attaccante del Genoa, classe ’87, prima punta classica che fa impazzire i tifosi, guerriero dell’area di rigore che segna e fa a sportellate coi difensori avversari, che difende palla ed usa l’astuzia, la grinta, il coraggio in ogni giocata, che alla classe antepone l’efficacia. Pavoletti era profilo ideale per qualità, età, prezzo di cartellino ed ingaggio: tutto combaciava alla perfezione nelle idee di De Laurentiis, tutto era coerente con le necessità e le disponibilità del momento. La semplice voce di mercato s’era trasformata in trattativa concreta ad uno stato (già) avanzato. COLPO DI SCENA. Poi, però, è successo qualcosa: sul più bello s’è interrotta perché Pavoletti, nel bel mezzo del cinismo post "Higuain alla Juve", ha ricordato a tutti – in primis ai suoi tifosi – che nel calcio c’è ancora del sano romanticismo che val la pena raccontare. Ecco perché l’attaccante ha gentilmente declinato la corte azzurra. Ha rifiutato tanti soldi (2.5 milioni a stagione) per far felici i tifosi, per non tradirli, per continuare a condividere insieme emozioni ad ogni suo gol, ad ogni esultanza sotto la gradinata, ad ogni mano all’orecchio che rimbomba di passione, entusiasmo, euforia. La sua è stata tipica scelta di vita alla quale De Laurentiis s’è arreso, rinunciando ad altre alternative: il “no” di Pavoletti ha definitivamente convinto il Napoli a tenersi stretto Gabbiadini facendo saltare l’altra trattativa parallela con l’Everton.
AVVERSARI. Dunque, dopo essersi sfiorati per qualche istante, Milik e Pavoletti saranno ora avversari: uno di fronte all’altro, bomber delle rispettive squadre, attaccanti diversi ma anche simili, eroi o colpevoli a seconda dei casi, artefici del destino prossimo di Genoa e Napoli, che si sfideranno questa sera (ore 20.45) e lo faranno puntando su entrambi, senza rimpianti. Non ne Pavoletti, fresco di rinnovo contrattuale; non ne ha Milik, che s’è già preso una buona fetta di consensi azzurri; non ne ha neppure il Napoli, che si gode il giovane polacco; non ne ha neppure il Genoa, che ha seguito con particolare attenzione una delle più belle storie che il calcio moderno abbia saputo raccontare