Il Roma - C'è un minuto esatto in cui il Napoli si arrende e l'ammissione di Ancelotti

Rassegna Stampa  
Il Roma - C'è un minuto esatto in cui il Napoli si arrende e l'ammissione di Ancelotti

Sinceramente ci si aspettava molto di più dalla primavera ancelottiana. Si sperava che con l’arrivo del bel tempo e del clima mite il Napoli di Carletto volasse e riuscisse a portare a casa almeno un trofeo. Magari quella Coppa Uefa che manca dalla bacheca da 30 anni. Purtroppo non è stato così. Si sta assistendo al crollo di quella che con Maurizio Sarri in panchina era una corazzata. Certo, anche con Maurizio non si vinse niente ma almeno godevano gli occhi visto il bel gioco che si esprimeva. Hanno avuto una incredibile involuzione Koulibaly e compagni. È venuto a mancare il gioco, non sono arrivate le vittorie e soprattutto c’è una condizione fisica che fa riflettere.

Eppure in questo momento si doveva viaggiare ad altissimi ritmi per puntare eventualmente alla conquista della Coppa Uefa. Invece il Napoli dopo un’ora si arrende. È capitato nelle sfide di campionato sperando che in Europa League fosse diverso ed, invece, anche contro l’Arsenal si è franati. L’apice si è toccato lunedì pomeriggio al San Paolo. Nella prima ora sembrava non esserci storia con l’Atalanta che subiva il primo gol e poi evitava il secondo e il terzo. Improvvisamente c’è stato un cambio di vento. La Dea ha preso le redini del gioco e ha messo alle corde un’avversaria che non ne aveva più fisicamente e mentalmente. Fosse entrato il raddoppio sicuramente non ci sarebbe stata più storia ma si è sprecato troppo e alla fine si è rimasti beffati. Ancelotti ha provato a spiegare il momento attuale dei suoi ragazzi ammettendo che non ci sono più stimoli. Ma da Carletto ci si aspettava che questo non accadesse. Lui che ha un passato importante non avrebbe dovuto permettere ai suoi ragazzi di alzare bandiera bianca in campionato e per forza di cose anche in Coppa.

Volata via la Juventus nessuno più ha deciso di lottare. Anche perché alle spalle non c’è mai stato un vero pericolo. Adesso, però, bisogna capire che la stagione va chiusa in bellezza. Dal Frosinone in poi dovranno essere cinque finali per evitare altri problemi. Perdere anche il secondo posto vorrebbe dire arretrare ancora di più rispetto all’anno scorso. Già i punti in meno al Napoli di Sarri sono 14, ci si dovesse accontentare della terza piazza sarebbe uno schiaffo non da poco per la piazza. Che ha cercato in tutti i modi di stare vicino ai propri beniamini. Poi non ce l’ha fatta più e ha mollato. Addirittura dalla Curva B è arrivato uno schiaffo ad Ancelotti con lo striscione: “Sarri uno di noi”. Ma poco importa. Il tecnico deve pensare solo a chiudere in bellezza per poi prendere le redini in mano di tutto e comprare calciatori forti capaci di accorciare il gap dalla Juventus e di fare meglio in Champions League.

Se De Laurentiis capirà una volta per tutte che non sempre si può puntare su giovani di belle speranze per crescere e che servono anche i campioni, allora qualcosa in più si può fare. Altrimenti rimane tutto invariato sperando anche per la prossima stagione che le milanesi e le romane stanno sempre qualche passo indietro in modo tale da poter conquistare sistematicamente un posto in Champions League. Che a quanto pare è ciò che conta di più per una società che giustamente bada soprattutto a vincere lo scudetto dei conti. Non resta altro, quindi, che finisca il campionato. Ci sono cinque sfide ancora da giocare. Quindici punti a disposizione per aumentare l’attuale bottino di punti ed evitare all’Inter di avvicinarsi troppo. Inter che avrà lo scontro diretto al San Paolo alla penultima sfida. Ciò che conta adesso è andare in Ciociaria a conquistare una vittoria che serve per ritrovare stimoli, sorrisi e soprattutto punti.

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