Il nervosismo di Higuain decide Benitez a metterlo in panchina. Per il tecnico è uno come un altro

Rassegna Stampa  
Il nervosismo di Higuain decide Benitez a metterlo in panchina. Per il tecnico è uno come un altro

Secondo l'edizione di oggi di Repubblica, lo feriscono anche i numeri: nelle ultime quattro partite, incredibile ma vero, Gonzalo Higuain è partito solo una volta tra i titolari: a San Siro contro il Milan. Ed è arrivata pure l’unica sconfitta per il Napoli, uscito dal campo con due gol al passivo e nemmeno uno segnato, evento alquanto raro nella movimentata gestione Benitez. Colpa (soprattutto) del centravanti argentino, deve aver pensato il tecnico spagnolo: la cui prima contromossa è stata infatti rispedire rumorosamente in panchina Mister 40 milioni, trattato come un calciatore qualunque e retrocesso di nuovo nel ruolo di vice Duvan. È stato questo lo smacco più forte: per l’ex centravanti del Real Madrid. Bocciato proprio da Rafa, che l’aveva voluto a tutti i costi in maglia azzurra e a cui si rivolge col “tu”: forte di un legame d’amicizia e reciproca stima, finora inossidabile. I due avevano collaborato di amore e d’accordo per tutta la scorsa stagione, spalla a spalla, tirando il gruppo verso i brillanti risultati raggiunti. Niente faceva presagire la inattesa crisi del secondo anno, che sta mettendo alla prova la solidità del binomio. L’esclusione di Higuain contro il Parma non è stata un fulmine a ciel sereno. Ce ne erano già state altre, in precedenza, anche se mascherate almeno in parte con l’alibi del turn over. Stavolta no: quella di Benitez è stata solo una scelta di natura tecnica, in linea con le critiche mosse dall’allenatore del Napoli al suo ex pupillo, nelle scorse settimane. Rafa le aveva provate tutte per scuotere l’argentino: prima rimpiangendo Cavani («Non c’è più l’attaccante da 40 gol a stagione ») e poi chiedendo in maniera esplicita di più al suo centravanti. «È il nostro campione più rappresentativo e tocca a lui portare la bandiera, dando l’esempio ai compagni ». Parole che però non hanno sortito l’effetto sperato, nei grigi 90’ a San Siro che sono costati il ko contro il Milan. Di Higuain, al di là del gol perduto, non erano piaciuti il nervosismo e l’insofferenza nei confronti dei suoi compagni: già notata altre volte. Per questo Benitez ha deciso di passare alle maniere forti: relegando in panchina l’argentino con il Parma, mentre Zapata guidava con tanta più umiltà il gruppo alla vittoria. Ma questa volta la lezione è servita, pare. Il campione azzurro ha infatti mostrato un atteggiamento diverso già nei minuti finali dell’anticipo di giovedì sera al San Paolo, lottando su tutti i palloni e ritrovando il feeling con il resto della squadra. È questo che Rafa pretende da lui per restituirgli la maglia da titolare, nella finale di lunedì pomeriggio con la Juve. Gonzalo ha altri due giorni di tempo per completare la sua orgogliosa rimonta, continuata ieri sera nel primo allenamento a Doha: sotto gli occhi di un centinaio di tifosi, con tanto di sorrisi e autografi. L’uomo simbolo del Napoli, il cui volto compare in ogni angolo della capitale del Qatar, nei manifesti promozionali della Supercoppa Italiana, non può rimanere ai margini di una trasferta speciale come questa. È lui l’alter ego di Tevez, è tempo di dimostrarlo sul campo.

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