Ultime calcio Napoli - Vincenzo Iaquinta ha rilasciato alcune dichiarazioni a Libero: "A noi la ândrangheta fa schifo, ci stanno massacrando, ci hanno massacrati. Non câè una prova per la quale possano condannare mio padre a 13 anni. Sono solo chiacchiere. Câè una persona in carcere da innocente. à il cognome che abbiamo e perché siamo calabresi, tutto qua. Con quel metro, in tanti dovremmo essere in carcere. Cosa dovrei dire? Peccato che siamo nati in Calabria? Tengo alla mia terra, sono orgoglioso di essere calabrese, di essere nato a Crotone, provo ribrezzo per questo accostamento alla ândrangheta, che neanche sappiamo dove stia di casa. Non abbiamo nulla da nascondere, anzi allâepoca fu mio padre a chiedere controlli per far verificare che persona fosse. Papà ha sempre lavorato, senza mai dare fastidio a nessuno, ha fatto tutto da solo, partì dalla Calabria a 16 anni, con mamma. à qua da mezzo secolo, incensurato, mai multato, cosa devo aggiungere? Con tutto quanto ho guadagnato in carriera, avevo bisogno dei soldi sporchi della ândrangheta? Credo ancora alla giustizia, me lâaspetto nellâultimo grado. I primi due sono stati uno schifo, una vergogna, ma devo avere fiducia: del resto hanno in mano mio padre. Però debbono leggere le carte processuali, non si possono sparare 13 anni per un pranzo, per una maglietta, per un matrimonio, per due ombrelloni rubati e poi restituiti. Questa sarebbe ândrangheta?"