Ultime sulla morte di Hugo Maradona, fratello di Diego. Ieri i funerali, dove anche Diego Maradona Jr era presente a Napoli per ricordare lo zio nonostante non era in ottimi rapporti.
Il racconto de Il Mattino.
Le due maglie sulla bara di legno chiaro non potevano essere che quelle del Napoli (numero 10) e del Boca Juniors, le squadre del cuore della famiglia Maradona. Accanto, un cuscino di rose rosse a forma di cuore della moglie Paola con un biglietto struggente, intenso, capace di trasmettere in tre parole il più forte dei sentimenti: Al mio amore. Duecento persone circa, in esemplare comportamento anti-Covid, hanno salutato ieri pomeriggio Hugo, il più piccolo dei fratelli della dinasty, quello che aveva deciso di non interrompere mai il suo legame viscerale con Napoli, buono come Diego, hermano silencioso, la persona della porta accanto.
Don Fabio, prendendo spunto da un passo del Vangelo, ha rievocato nell'omelia le origini di Hugo e della sua famiglia. Lui, il fratello dell'immenso Diego, ha preferito vivere in semplicità anziché di luce riflessa: è stato esempio di umiltà e di bontà, testimoniate dall'affetto e dalla commozione dei tanti amici che hanno preso posto tra i banchi della chiesa di San Vitale. Il triangolo Miliscola-Bacoli-Monte di Procida era rappresentato ieri da una comunità folta e silenziosa, stretta intorno al dolore di Paola Morra, famiglia molto conosciuta e apprezzata della costa flegrea, il «buen retiro» dove «El Turco» aveva piantato le proprie tende anni fa, a due passi dal mare, un'oasi di pace e di silenzio, l'ideale per chi aveva scelto di vivere la propria vita lontano dai riflettori.
C'erano amici e rappresentanti del calcio giovanile, quel mondo che affascinava Hugo: «Il mio sogno è fare l'allenatore ma vorrei iniziare dal basso, dai ragazzini, perché sono loro la faccia pulita del calcio e quelli che trasmettono vera passione». C'era Antonio Carannante, unico ex calciatore di quel Napoli capitanato da Diego e vincitore di scudetti e Coppe, che lo aspetterà invano: «Mi aveva promesso che avremmo lavorato insieme nella mia scuola calcio, il nostro progetto sarebbe partito tra qualche settimana, il tempo di scrollarsi di dosso qualche acciacco. Mai immaginavo che se ne sarebbe andato via così in fretta».Talmente presto che nemmeno i tre figli napoletani nati dal primo matrimonio con Delia Occhionero hanno potuto raggiungerlo per l'ultimo saluto: vivono a Miami, voli pieni dagli Usa e quindi niente viaggio. C'era invece Diego junior: non sono stati cordiali negli ultimi tempi i rapporti tra zio e nipote pur vivendo i due nella stessa città. In un angolo della chiesa, Diego jr ha salutato Hugo e pregato per qualche minuto: l'avrà fatto a modo suo, mischiato tra la folla, senza volutamente farsi riconoscere, nel dolore non c'è spazio per i rancori perché come ha ricordato don Fabio «oggi preghiamo per Hugo ma state certi che lui sta pregando affinchè ognuno di noi ritrovi pace e bontà d'animo».
Un lungo applauso ha salutato per l'ultima volta El Turco fuori la chiesa. È stato cremato, le ceneri saranno custodite per un po' dalla moglie Paola. Verrà esaudito il suo ultimo desiderio, quello di ricongiungersi alla propria famiglia: tra qualche settimana l'urna con le ceneri viaggerà verso Buenos Aires, destinazione il cimitero «Jardin de bella vista» dove riposano i genitori e «il fratello migliore del mondo»
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