Maurizio Crosetti ha analizzato il ritorno del dottor Agricola nello staff sanitario della Juventus come direttore. Un nome famoso perchè associato alla Juve di Lippi e ai vari scenari di doping che si svilupparono dopo le accuse di Zeman circa l'abuso di sostanze proibite da parte dei bianconeri.Â
Ecco quanto scrive il giornalista nel suo editoriale su Repubblica:Â
IN ITALIA lavorano circa 240 mila medici, ma uno soltanto era responsabile dello staff sanitario della Juventus al processo per doping, uno solo venne condannato a un anno e dieci mesi in primo grado (2002) per abuso di farmaci e somministrazione di specialità medicinali diverse da quelle dichiarate, assolto in appello (2005) e prescritto (non assolto) in Cassazione nel 2007. Ebbene, Riccardo Agricola diventerà il direttore sanitario dello JMedical, la struttura non appartenente alla Juventus, come ribadito ieri dal club, ma dalla Juventus controllata e a lei vicinissima. Agricola, 71 anni, rappresenta dunque il più clamoroso dei ritorni in bianconero e forse non il più opportuno. Perché ai giocatori juventini, giovani e sanissimi, venivano somministrati psicofarmaci? Perché il sangue di alcuni di loro era denso come marmellata? Sono alcune tra le molte domande che tre gradi di giudizio non hanno mai del tutto chiarito.
Se poi la giustizia ha fatto i conti con i consueti tempi biblici, e se quell’ombra di prescrizione non si è mai davvero dissolta, era proprio il caso di insistere riproponendo il dottor Agricola? Una scelta ai limiti della provocazione o della sfida, non si capisce bene a chi. Oppure, semplicemente, la categoria dei medici sportivi negli ultimi dieci anni non ha prodotto nulla più di questa vecchia gloria. Al netto delle inevitabili ironie sui social, tra “ritorni della Belle EPOque” (ma va detto che l’uso di Epo non fu mai provato) e amenità varie, la riapparizione in camice bianco del dottor Agricola - alla Juve dal 1985 al 2009 - sembrava di per sé uno scherzo. Come se si creasse un JMercato o un JArbitri e si chiamasse Luciano Moggi a dirigere.
Come se un ipotetico JFinanza venisse affidato ad Antonio Giraudo, peraltro in questo un fenomeno. Perché si ha un bel dire che esiste un accanimento mediatico contro quella lunga stagione bianconera, tra legittimi trionfi sportivi, processi per doping, scudetti cancellati, schede telefoniche e retrocessione in B, ma è la stessa Juventus a non incoraggiare un oblio che in parte le gioverebbe. Poi, certo, il dottor Agricola non è il dottor Mengele, ma tra 240 mila medici forse si poteva scegliere diversamente.