Ultime Calcio Napoli - Squadra che vince (e convince) non si cambia, recita un vecchio adagio pallonaro. Maurizio Sarri, nel posticipo di domani sera in casa della Roma, sembra più che mai intenzionato a confermare la Juventus che ha tritato il Cagliari lunedì allo Stadium. Più che mai, sì, perché si tratterebbe di una prima assoluta, senza precedenti da quando il Comandante veste bianconero. La Signora infatti non si è sin qui mai presentata con lo stesso outfit: 25 abiti diversi in altrettante uscite. Insomma, il tecnico che a Napoli era famoso per puntare quasi sempre sullo stesso blocco, quello dei cosiddetti «titolarissimi», nella città di Arturo Brachetti, trovando un guardaroba più ampio, è diventato un maestro di trasformismo. Proprio come il suo predecessore Massimiliano Allegri, che in 190 partite sulle panchina bianconera aveva presentato 185 formazioni diverse, riconfermando lo stesso undici solo in 5 occasioni. Vuoi per la sua bravura nel preservare le forze dei suoi, vuoi per la sua capacità di adattarsi alle caratteristiche degli avversari. In quattro occasioni Sarri ha modificato tra una partita e l’altra soltanto una pedina del suo scacchiere. Ben tre nelle prime tre giornate (contro Parma, Napoli e Fiorentina), quando gli infortuni di Chiellini, De Sciglio e Douglas Costa avevano costretto il tecnico a sostituirli rispettivamente con De Ligt, Danilo e Cuadrado. Era il periodo, tra fine agosto e inizio settembre, in cui Sarri cercava di dare a se stesso e alla squadra più certezze possibili. La Juve era ancora molto allegriana, votata alla filosofia che predicava Max: «il calcio è molto semplice» e «l’allenatore deve fare meno danni possibile». Dopodiché sono cominciate le mutazioni di una squadra che ha cercato (e trovato) gli anticorpi per sopperire alle emergenze che hanno colpito soprattutto il centrocampo.