Napoli, le cinque partite più emozionanti del 2018: Davide batte Golia, la trappola quasi letale e la nuova era di Carlo

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Napoli, le cinque partite più emozionanti del 2018: Davide batte Golia, la trappola quasi letale e la nuova era di Carlo

  Juventus-Napoli 0-1 Napoli-Chievo 2-1  Napoli-Udinese 4-2 PSG-Napoli 2-2  Napoli-Milan 3-2 

Un altro anno è sfuggito via, tra la classica nostalgia di ogni fine e l'irrefrenabile emozione di un nuovo inizio. Malinconia per ciò che è stato e non tornerà, trepidazione per ciò che si nasconde dietro quell'alone di mistero che si contrappone a un nuovo orizzonte. Nel mezzo, un pizzico di sana inquietudine. Per tutti nuovi propositi che ne verranno, per la posta in palio e 365 nuovi giorni di speranza.  

Per la SSC Napoli, si è trattato di un 2018 dalle emozioni fortissime e probabilmente quasi inimmaginabili. Prima la mitica epopea di Maurizio Sarri in campionato, poi l'arrivo sorprendente di Carlo Ancelotti. Una cavalcata sensazionale e da cardiopalma in Serie A, poi la rivoluzione . Perché quando tutto sembrava destinato a crollare, con un ridimensionamento quasi matematico dopo uno scudetto purtroppo solo sfiorato, ecco il colpo di scena firmato Aurelio De Laurentiis. Un ribaltamento di fronte straordinario, con uno dei migliori allenatori sulla panchina e un'ibridazione tecnica rara ma affascinante. Così, ecco 12 mesi di spettacolo che abbiamo provato a riassumere in cinque partite chiave. 

Non le più importanti, ma le più intense ed emozionanti

Juventus-Napoli 0-1

La partita dell'anno per distacco. Una gara che resterà negli annali partenopei, nonostante tutto. 22 aprile 2018: il Napoli sbarca all'Allianz Stadium per lo scontro scudetto e ne esce vincitore. Dopo 90 minuti di equilibrio e personalità, Kalidou Koulibaly vola nei cieli di Torino e apre a un finale epico. Lo scenario madre per qualsiasi tifoso azzurro: vincere in casa dei storici rivali, all'ultimo respiro, e con tre punti che potrebbero scippare lo scudetto. 0-1 nel recupero: un orgasmo ininterrotto. Così tra tifosi azzurri tifosi in lacrime e in delirio e una classifica che vedeva gli azzurri a -1 dalla vetta, il destino sembrava pronto ad adempiersi. Una nuova pagina di storia sembrava pronta per essere redatta. Invece no. Solo una maledettissima illusione spazzata via da una triste e davastante notte di Firenze. Ma il ricordo resterà. Quella volta che Davide fece veramente tremare Golia, quando lo strapotere tecnico ed economico stava per piegarsi a un colpo di stato di un comandante e i suoi 12-13 uomini. Come Leonida e i 300: stessa fine, ma stessa gloria. Non hanno vinto, ma saranno ricordati con eterna gratitudine. Almeno qui. 

Napoli-Chievo 2-1 

Una trappola quasi letale. Perché alla 31esima giornata, dopo una stagione ad alta intensità e in vista dell'ultima sosta dell'anno, i famosi titolarissimi erano ormai stremati. Non sarebbe stata una giornata normale e questo fu chiaro da subito. Tempo quattro minuti, quando Dries Mertens spara su Stefano Sorrentino il tiro dagli 11 metri guadagnatosi precedentemente. Poi miracoli su miracoli nell'area clivense, fino alla classica delle beffe con Mariusz Stepinski che gela a sorpresa il San Paolo. 0-1 al 74esimo. Non vincere, o addirittura perdere, significava dire addio al sogno scudetto dopo il passo falso di una settimana prima a Reggio Emilia. Ma tra calciatori sfiniti e lucidità ai minimi termini, le energie ormai mancavano. Fu lì che entrò in campo il San Paolo con tre minuti da infarto: prima il pareggio di Arkadiusz Milik all'89esimo, poi il vantaggio firmato dall'altro subentante Amadou Diawara 4 minuti più tardi. Fuorigrotta esplode come non mai. E il sogno continua.

Napoli-Udinese 4-2

Un'altra straordinaria rimonta. Avvenne giusto due giornate dopo, intervallata un'altra brutta battuta d'arresto: 0-0 allo stadio San Siro contro il Milan grazie a un miracoloso Gianluigi Donnarumma. Un'altra botta emotiva verso gli inseguitori, con l'Udinese che prova a dare il colpo del definitivo k.o. E ci riescono quasi portandosi ben due volte avanti. Un'ora di tempo per due reti, altrimenti game over. Ma quella sera, nell'inconsapevolezza generale, in realtà il tutto stava per riaprirsi più che mai. Perché giusto un minuto dopo il 2-2 firmato da Raul Albiol, dagli spalti si alza un nuovo boato: non è il Napoli, ma il Crotone. 1-1 allo Scida contro i bianconeri. Poi l'inerzia fa il resto. 4-2 finale e capolista a -1 a 7 giorni dal faccia a faccia. L'assist perfetto dal Sud Italia. 

PSG-Napoli 2-2 

La nuova era. Nonostante un girone teoricamente impossibile e il passo falso all'esordio, gli uomini di Carlo Ancelotti provano a ribaltare un fato avveso con una mentalità e una spensieratezza spaventosa. Così dopo  l'1-0 ai vice campioni d'Europa del Liverpool, ecco il pareggio al Parco dei Principi. Un 2-2 però amarissimo, perché giunto allo scadere con una magia di Angel Di Maria da fuori area. Fino a quel lampo finale, il Napoli era in vantaggio a Parigi dopo aver giganteggiato in casa di NeymarKylian Mbappé ed Edinson Cavani. Una squadra sfacciata e autorevole, che aveva messo alle corde lo strapotere tecnico ed economico dei parigini. Quel pareggio che mesi prima sarebbe stato accolto come un trionfo, fu giustamente accolto con enorme rabbia. Anche perché quella sera, senza beffa finale, il discorso qualificazione sarebbe stato praticamente archiviato. Resta comunque una dimostrazione di forza enorme, soprattutto per se stessi. Ecco il Napoli di Ancelotti che non guarda in faccia a nessuno. 

Napoli-Milan 3-2 

L'esordio casalingo per Carletto, perché il destino a volte sa essere davvero crudele. Così ecco subito l'amore di una (precedente) vita alla prima al San Paolo: il Milan. E lì, su quella panchina che una volta fu sua, c'era quell'allievo Gennaro Gattuso che ha provato a sfidare il maestro quasi beffandolo amaramente. L'avvio è choc:  doppio vantaggio rossonero dopo 50 minuti. Ci pensa Piotr Zielinski a a rovesciare una situazione psicologicamente totalmente a sfavore in un San Paolo ammutolito: il polacco prima accorcia le distanze con un conclusione a limite, poi raddoppia dagli sviluppi di un calcio d'angolo con un'altra prodezza personale. All'80esimo ecco il primo terremoto acustico staginale: 3-2 firmato Ciro, con la primissima vittoria di Ancelotti davanti al nuovo pubblico. L'inizio di una storia già meravigliosa dopo soli sei mesi, figuriamoci con altri 12 in arrivo. 

Buon 2019, adesso. 

di Pasquale Edivaldo Cacciola - @PE_Bahia

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