Giuntoli story - Bonacini: "La serie A con 27mila euro, l'ossessione Magnusson e la carta bianca. In D ebbe solo l'alloggio e ci ripagò con la rivoluzione di dicembre" [ESCLUSIVA]

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<i>Giuntoli story</i> - Bonacini: La serie A con 27mila euro, l'ossessione Magnusson e la carta bianca. In D ebbe solo l'alloggio e ci ripagò con la rivoluzione di dicembre [ESCLUSIVA]

Stefano Bonacini racconta la scelta di Giuntoli al Carpi

Ultimissime Napoli - Nella parentesi Carpi, Stefano Bonacini è stato il primo a credere nel giovane direttore sportivo Cristiano Giuntoli. I sei anni in Emilia Romagna con le promozioni dalla D alla A resteranno un capolavoro ed una pagina storica per i romantici del mondo del pallone. Tra Stefano e Cristiano c'è un rapporto speciale: "Abbiamo fatto un percorso in sei anni difficilmente replicabile per una realtà come la nostra. Facemmo una fusione tra la squadra di quartiere che avevo io ed il Carpi, fu così che cominciò la scalata verso il calcio che conta. Con Cristiano c'è un rapporto umano prima ancora che professionale. Abbiamo gestito la società in due: il sottoscritto dal lato amministrativo e contabile mentre lui si occupava di tutto il settore sportivo. Abbiamo fatto le nozze con i fichi secchi. Fin dal primo minuto dissi a Giuntoli che non avrei mai eroso denaro della mia azienda nel calcio perché ho rispetto dei miei 300 dipendenti. Non mi ha mai dato problemi da questo punto di vista"

Come ti venne l'idea di puntare tutto su Giuntoli?

"Lo conobbi tramite Giandomenico Costi perchè fecero entrambi un campus negli Stati Uniti, credo per la Fiorentina. All'epoca eravamo in serie D e lui era intorno alla squadra in quanto amico di Giandomenico, inizialmente gli offrimmo solo un posto per dormire. Le cose nel frattempo stavano precipitando in classifica, lo chiamai dicendogli: "Te la senti di prendere in mano la situazione?". Lui mi rispose: "Solo se mi fai mandare via 12-13 calciatori dell'attuale rosa". Decisi allora concedergli fiducia dandogli totalmente carta bianca, ma ad una condizione: rispettare al centesimo il nostro budget. Era dicembre, riuscì a mandare via qualcosa come sedici giocatori facendoci arrivare ad un paio di punti dalla promozione in C2. Fummo ripescati al termine di quel campionato e ci fu un'altra rivoluzione tecnica voluta da Giuntoli: innestammo Cioffi e Pasciuti e vincemmo quel campionato. In C1 altro cambiamento radicale puntando su Laurini e altri elementi che poi hanno giocato in serie A. Perdemmo lo spareggio nel 2012 con la Pro Vercelli, noi eravamo stati praticamente distrutti dal terremoto".

Da quella delusione nacque poi la promizione in B

"Convocai Cristiano dicendogli che avevamo sforato il budget l'anno precedente, ragion per cui bisognava far quadrare assolutamente i conti. Per una società come la nostra è di vitale importanza questo aspetto. Gli dissi la somma che avrei stanziato per il mercato e lui mi fa: "Tranquillo, fammi fare a me che ti porto in serie B". Mandò via tutti prendendo Memushaj, Bianco, Concas, Sportiello ed altri".

Il primo anno fu un bagno di sangue per le vostre casse

"Sul campo sfiorammo i play off, ma ci rendemmo conto di aver sbagliato le stime economiche in entrata ed uscita per quel campionato. Così, al termine di quella stagione, convocai nuovamente Cristiano nei miei uffici dicendogli molto chiaramente: "Dobbiamo fare un taglio micidiale dei costi". Giuntoli accettò un budget pari a meno della metà di quello stanziato l'anno prima ed aggiunse: "Dammi questi soldi che ti porto in serie A". Lo lasciai fare perché aveva delle doti importanti. Era l'uomo giusto per noi".

In sei anni non saranno state sempre rose e fiori...

"Assolutamente, ci mandavamo a quel paese almeno una volta a settimana (ride ndr). Ci può stare che avevamo diversità di vedute, ci si confrontava ma sempre senza rancore. il giorno dopo ritornava tutto come prima. Non c'è mai stato odio, nemmeno una volta mi è passato per la testa di mandarlo via. Il Carpi l'abbiamo fatto insieme, entrambi conoscevamo i nostri pregi e difetti. Ha portato una mini minor a tre porte in un circuito dove ci sono Ferrari e McLaren. Tra di noi c'è sempre stato rispetto e quella sana voglia di stare insieme per raggiungere grandi successi"

Giuntoli è noto per la sua caparbietà sul mercato. C'è un nome che ti ha chiesto con insistenza?

"Eravamo al termine del girone d'andata in serie B, guardavamo tutti dall'alto. Un giorno mi chiama e fa: "Senti, tu vuoi andare in serie A? Allora devi comprarmi Magnusson". Questo calciatore era della Juve, ma giocava al Cesena. Quando mi disse che servivano 2 milioni per prenderlo, gli risposi che non potevo mettere in crisi le casse della società per un investimento così importante: "Se mi gira male e non vengo promosso - gli risposi - chi me lo ripaga?". Ne nacque una discussione molto accesa, conoscendolo lo feci sbollire. Ad un certo punto dice: "Allora sai che c'è di nuovo: prendiamo Modolo dal Nova Gorica e Pasini dalla Pistoiese. Poi se non andiamo in serie A, ti prendi le colpe". Ovviamente sapeva il fatto suo...Ci portò questi due ragazzi per 27mila euro facendoci centrare la promozione"

Ma è vero che ti propose Sarri in D?

"Certamente, fu il primo a parlarmene bene per il gioco che praticava a quei tempi. Non scelsi Maurizio perchè mi dissero essere molto superstizioso e particolare, ma anche perché diedi la mia parola a D'Astoli. Non mi sarebbe sembrato corretto lasciarlo così"

La tua reazione all'accordo Giuntoli-Napoli

"Sapevo già da tempo che aveva avuto dei contatti raggiungendo l'accordo. Aspettavo però me lo dicesse lui. Mi comunicò questa decisione in ritardo: in una società come la nostra queste cose hanno un peso perché non andava via uno qualunque, ma l'artefice principale di quello che chiamo un autentico miracolo calcistico. Al di là di tutto, siamo rimasti ancora grandi amici"

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