"E' la lotta scudetto più appassionante degli ultimi anni", "finalmente una squadra che può guardare negli occhi e sfidare la Juventus", "questo Napoli è maturo abbastanza per trionfare". Quante volte abbiamo sentito queste frasi e quante volte i tifosi del Napoli si sono impettiti nel sentirle pronunciate da tutti gli addetti ai lavori? Orgoglio, passione e convinzioni, però, immediatamente scomparsi alle prime difficoltà.
Sono bastati, infatti, il KO contro la Roma e il mezzo passo falso con l'Inter e le vittorie della Juventus con la Lazio, l'Udinese e quella di stasera contro l'Atalanta nel recupero della 26a giornata per far sprofondare la piazza in una depressione tanto profonda quanto inspiegata. Il +4 spaventa inevitabilmente, ma i giochi sono tutt'altro che chiusi. E' vero, i bianconeri sembrano una corazzata inarrestabile, la fortuna pare essere dalla loro parte ed hanno una rosa tale da poter riuscire a gestire al meglio il doppio impegno, seppur gravoso, Champions-Campionato. C'è un però.
"Historia magistra vitae", dicevano i latini. "La storia è maestra di vita". Ed è proprio dal passato che arriva un barlume di speranza per il tifo azzurro. Stagione 1999/2000, la Juventus allenata da Ancelotti domina in lungo e in largo e, a 8 giornate dalla fine, ha ben 9 punti di vantaggio sulla Lazio di Eriksson dopo il pari di quest'ultima contro l'Inter (corsi e ricorsi storici) e la batosta (più per il morale) con il Verona. Più del doppio del distacco e un numero di gare minore da disputare rispetto alla situazione attuale del Napoli. Come è finita? Con i biancocelesti scudettati grazie ad una rimonta rimasta nella storia. Una scalata spaventosa iniziata con il successo in rimonta nel derby con la Roma e la concomitante sconfitta dei torinesi in casa del Milan e passata attraverso un inevitabile ostacolo: la trasferta di Torino con la Juventus.
1° aprile del 2000, la location è lo stadio Delle Alpi: i capitolini si impongono per 1-0, espugnano Torino grazie al gol di un certo "Cholo" Diego Pablo Simeone e si portano a -3 dalla Juventus con 6 gare ancora da disputare. Da quel momento, percorso netto per la Lazio che le vince tutte e ne pareggia una, mentre la Juventus viene messa KO in altre due occasioni, con Verona e Perugia. Morale della favola? Eriksson ed i suoi campioni d'Italia con un punto di vantaggio.
La vittoria dello scudetto, dunque, se non fosse chiaro, passa da Torino e dall'Allianz Stadium anche per il Napoli: bisogna andar lì e vincere, anche solo per dimostrare pure sul campo di essere per davvero più forti dei rivali. E che sia chiaro per tutti, squadra e tifosi: niente drammi fino al fischio finale dell'ultima partita della stagione. I verdetti sono rinviati, per ora.
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di Gaetano Pantaleo