Spiagge e turismo ai tempi del Coronavirus, Repubblica: ecco come funzionerà dal 1 giugno, servirà un certificato per spostarsi in vacanza

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Spiagge e turismo ai tempi del Coronavirus, Repubblica: ecco come funzionerà dal 1 giugno, servirà un certificato per spostarsi in vacanza

Ultime Coronavirus Italia - Il turismo dovrà ripartire dal 1 giugno, soprattutto al Sud: spiagge e mare, come funzionerà? Repubblica anticipa le ultimissime

Ultime Coronavirus ItaliaE' la domanda che si stanno facendo tutti, dopo l'inizio della fase 2 e l'allentamento delle restrizioni nelle regioni con i nuovi contagi quasi pari a zero. "Ma le spiagge? Ma al mare? Come si farà?", è questa la domanda ricorrente a cui l'edizione odierna di Repubblica ha provato a dare una risposta.

Spiagge e mare ai tempi del Coronavirus, ecco come funzionerà in Italia

Ecco cosa si legge sul quotidiano nazionale riguardo le spiagge e la possibilità di andare al mare e spostarsi per turismo:

"La vera posta in gioco è la torta del turismo italiano al quale nessuna regione può e vuole rinunciare. Perché se le vacanze si faranno, gli italiani devono essere subito in grado di scegliere dove, come e quando farle. Stabilimenti balneari con postazioni da 10 metri quadri, spiagge libere affidate alla gestione dei Comuni così come i parchi con cartellonistica sul distanziamento e controlli serrati, alberghi senza aree comuni e senza buffet. Sarà all’interno di queste linee guida che il Comitato tecnico scientifico ha suggerito al governo che le Regioni decideranno alla svelta come presentarsi ai blocchi di partenza della stagione turistica. Che tutti intendono aprire dall’1 giugno, contando che per quella data vi sia il via libera per gli spostamenti regionali.

Ma intanto si deve partire. Subito. Probabilmente con un altro "fai da te": quello per la ricetta per accogliere i turisti con il minimo rischio e dunque con il massimo di certezza possibile sul loro stato di salute e sui loro contatti: in altre parole test sierologici effettuati una settimana prima dell’inizio della vacanza e contact tracing. Il passaporto sanitario non esiste, i test sierologici non hanno valore diagnostico e, se positivi, sono da confermare con un tampone, ha ribadito due giorni fa una circolare del ministero della Salute ma non sembra esserci altra strada. E le regioni sembrano decise a percorrerla se da Roma non arriveranno certezze immediate anche su questo e sulla app Immuni".

Spiagge e turismo ai tempi del Coronavirus

In questo momento a scalpitare sono le regioni del sud, dalla Sicilia alla Sardegna, dalla Calabria a Puglia e Campania, pronte a percorrere la strada tracciata dal governatore sardo Solinas:

"Sembra la più percorribile: chi viene da fuori dovrà arrivare con un certificato di test sierologico negativo effettuato una settimana prima per dimostrare di non essere entrato in contatto con il virus. Se Immuni non sarà ancora pronta c’è già chi, Sardegna e Veneto, sta già predisponendo app di tracciamento locale da scaricare appena si entra nel territorio.

E poi, naturalmente, l’offerta vacanze sicure. Con questi paletti a cui adeguarsi alla svelta. Al mare, negli stabilimenti, ombrellone, lettini e tavolino dove ricevere il servizio bar, occuperanno uno spazio di dieci metri quadrati, il che vuole dire essere distanziati da quello più vicino di circa tre metri. Si va solo su prenotazione, se proprio necessario su due turni una mattina e uno pomeriggio per permettere la sanificazione dei lettini. E con una curiosa incognita di cui il Comitato tecnico scientifico sta discutendo: l’opportunità di chiuderli nelle giornate di mare grosso perché l’onda che sbatte sulla battigia potrebbe provocare un pericoloso effetto aerosol. Più complessa la gestione delle spiagge libere che i Comuni saranno chiamati ad accollarsi con cartellonistica sul distanziamento e pattugliamenti serrati. Ma potrebbero anche, seppur gratuitamente, essere previste postazioni già delimitate sugli arenili e settori da prenotare via app per fasce orarie determinate. Gli hotel dovranno invece rinunciare o limitare al massimo le aree comuni e chiudere i buffet. Colazioni servite al tavolo e sanificazione delle stanze ad ogni cambio cliente. Negli ascensori si potrà salire uno alla volta. Solo transazioni online per pagamenti per evitare scambio di moneta. Niente area fitness al chiuso mentre si sta ancora studiando una possibile regolamentazione delle piscine all’aperto".

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