Il calciatore indagato, per il quale non è stata chiesta la misura cautelare, è,il difensore del Genoa Armando Izzo, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Nelle contestazione i magistrati individuano quattro partite fra le quali Modena-Avellino e Avellino-Reggina. Per Modena-Avellino, disputata il 17 maggio 2014, il boss Accurso avrebbe promesso prima 200 mila euro, offrendone poi 150 mila e infine consegnato 30 mila a un intermediario, l'ex calciatore Luca Pini, che li avrebbe a sua volta dati al calciatore Francesco Millesi. La somma sarebbe stata utilizzata per corrompere altri calciatori e influire sul risultato finale della gara. In questa vicenda sono indagati di frode sportiva Millesi e il calciatore Maurizio Peccarisi.
Per Avellino-Reggina del 25 maggio 2014, nel capo di imputazione è citato anche Izzo. Su questa partita, il clan aveva scommesso 400 mila euro sulla vittoria dell'Avellino, guadagnandone 110 mila. A Millesi sarebbero stati consegnati attraverso Pini 50 mila euro destinati a corrompere non meglio identificati calciatori della Reggina. Pini e Millesi sono indagati di concorso esterno in associazione camorristica: nei loro confronti la Procura ha disposto gli arresti domiciliari .
Per altre due partite, Avellino-Trapani e Padova-Avellino, la combine non si realizzò. Nel secondo caso per l'arresto di Antonio Accurso eseguito dai carabinieri il 24 maggio 2014 proprio mentre, rileva la Procura, i clan "festeggiavano le ricche quote da intascare per la larga vittoria dell'Avellino sulla Reggina".
Dalle indagini è emerso che il difensore d Armando Izzo, originario di Secondigliano, è nipote di un presunto boss della Vinella Grassi.