Ultime notizie- Iniziano ad essere di nuovo tanti e purtroppo il loro numero è destinato a crescere. Ieri con 151 casi si è toccato il record di decessi provocati dal coronavirus durante lâondata autunnale e gli esperti studiano i dati per capire cosa succederà nelle prossime settimane.
La notizia dell'edizione odierna di Repubblica non è certo di quelle confortanti:
"Visto che a ottobre la curva dei nuovi contagiati sta crescendo in modo significativo, ci si aspetta la stessa tendenza anche da quella delle morti. Sui numeri che raggiungerà però ci sono ancora dubbi. Secondo lâInstitute for health metrics and evaluation dellâUniversità di Washington, finanziato dalla fondazione di Bill e Melinda Gates, in Italia a fine novembre ci saranno circa 450 decessi al giorno, cioè il triplo rispetto a ieri. Va specificato che valutare i decessi di un giorno solo non sempre è utile perché lâandamento di questo dato può avere forti variazioni quotidiane, dovute ai tempi di notifica degli ospedali alle Regioni, che raccolgono i numeri. E infatti venerdì erano 91 e giovedì 136.
La ricerca di Health metrics prevede tre curve a seconda del tipo di strategie di prevenzione adottate. Per quella mediana, dove lâItalia si troverebbe adesso, si prevedono 652 morti al giorno a fine dicembre. Non si batterebbe quindi il record del 27 di marzo, quando ci furono 969 deceduti, ma comunque alla conclusione del 2020 si raggiungerebbe un dato pesante di morti nellâanno a causa dellâepidemia: 63mila (oggi sono 37.210).
Il punto è che le proiezioni dellâistituto statunitense potrebbero essere un poâ ottimistiche, a giudicare da quali numeri prevedevano per questi giorni, più bassi di quelli effettivi. E poi câè un altro fattore di cui tenere conto. A spiegarlo è Graziano Onder dellâIstituto superiore di sanità . «I contagiati di adesso moriranno tra circa un mese. La vera ondata la vedremo più avanti».
Tra lâaltro in questo periodo lâidentikit di chi perde la vita a causa del Covid è cambiato. Le vittime sono più anziane e hanno più malattie. Anche se il virus ha una circolazione maggiore tra i giovani, o comunque viene intercettato di più per lâaumento dei tamponi, chi non ce la fa è sempre più vecchio. Lâetà media a settembre ottobre in base ai dati dellâIstituto superiore di sanità (che per questi due mesi ha comunque ancora pochi numeri a disposizione), è di 82 anni, contro gli 81 anni di giugno- agosto e i 77,8 di marzo- maggio. I deceduti colpiti prima del contagio da tre o più malattie, nella prima fase erano il 60,2%, nella seconda il 76,9 e nella terza il 76,5. Sono dati che evidenziano la necessità di proteggere i più fragili, che porterebbe a ridurre lâaumento dei decessi nelle prossime settimane".