Era atteso un miglioramento del Napoli alla terza gara dalla ripresa. Nonostante non sia ancora quello dello scorso autunno, gli azzurri hanno ottenuto una vittoria con punteggio storico. La Juventus non prendeva 5 gol in campionato dal 1993. Si tratta di 30 anni fa. Ironia della sorte, in quel Pescara-Juventus andò in gol anche un tale Massimiliano Allegri, regista degli abruzzesi.
Una vittoria dilagante che ha estasiato il Maradona. Bisogna tornare indietro ai tempi del Pibe de Oro per vedere gli azzurri farne 5 ai bianconeri. Magico il 5-1 della finale di Supercoppa italiana del 1990 che chiuse l'era d'oro del Napoli di Maradona. Magari, chissà, per la stessa ironia della sorte lo stesso risultato potrebbe aprire un ciclo di titoli. La gente del Maradona non può far altro che godere di questo Napoli. Gli occhi e la mente sono tutti sul 5-1 ma a restare razionali, il risultato più importante è aver spedito la Juventus, seconda in classifica, a dieci lunghezze. Ora si attende il Milan che potrebbe subito portarsi a 7 punti dagli azzurri. Come dire che è stato un risultato roboante, soddisfacente per i napoletani, storico per il punteggio, importante per la classifica, ma non è affatto finita qui. Gli azzurri non devono mai lasciarsi trascinare dall'entusiasmo del pubblico che, per diversi giorni, non farà altro che parlare di questa magnifica serata. Aver strapazzato la Juve di Allegri non vuol dire che il Napoli sia definitivamente tornato quello che era prima della sosta. Sembra paradossale dopo una "manita" alla miglior difesa del torneo affermare ciò. In realtà, il Napoli non è ancora al massimo. La squadra di Spalletti ha fatto un notevole passo in avanti rispetto alla gara di Milano passando per Genova, dove già si era notata una maggiore reattività generale. Andando a scandagliare la gara, i mattatori della serata sono stati quei due indiavolati che stanno lì davanti. Kvara e Osimhen hanno trascinato la squadra e fatto passi da gigante rispetto alle prestazioni che hanno anticipato il big match del Maradona. A guardare bene, infatti, Kim, Rrahmani e Anguissa non sono ancora al meglio e si sono presi anche contro la Juve il lusso di commettere qualche svarione di troppo. Politano, addirittura, non riesce a fare passi in avanti nella condizione dalla ripresa dei giochi. I due attaccanti, invece, sono cresciuti nettamente, soprattutto Kvara. Il georgiano aveva bisogno di sbloccarsi perché tra l'infortunio e la sosta, era da troppo tempo che non faceva più sbalzare dalle sedie gli spettatori. Osimhen, poi, sta diventando il trascinatore in campo della squadra, la motrice del treno azzurro. Sotto questo aspetto ricorda Cavani per abnegazione e capacità di tirarsi dietro i compagni con la forza che gli ha regalato madre natura. Quando due ragazzi del genere si esprimono al massimo, poi diventa più facile anche per gli altri. Tuttavia, è opportuno rammentare il consolidarsi delle prestazioni di Mario Rui, che quest'anno si è lasciato alle spalle insicurezze e imprecisioni che facevano storcere il naso a non pochi. Sulla stesso filone continua a fare bene Meret, determinante nell'unico caso in cui poteva metterci una pezza... e che pezza! Lobotka e Di Lorenzo le solite certezze anche se il capitano, nella ripresa, è cresciuto sensibilmente andando oltre le sue abituali prestazioni comunque positive. Elmas continua a stuzzicare la curiosità dei più attenti, di quelli che oltre a godere delle situazioni positive più evidenti, vanno oltre e sondano il Napoli da ogni latitudine. Spalletti, diligentemente, ha voluto cambiare tatticamente il centrocampo inserendo il numero 7 al posto di Politano, chiedendogli soprattutto di sostenere Anguissa. Un ruolo inedito, l'ennesimo per lui che non trova ancora una posizione ideale in campo ma riesce a trovare, da qualche tempo, le prestazioni giuste.... Vedremo...
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