Era diventata quasi una questione personale di tutta la redazione, trovare il sedicente tifoso del Milan che domenica sera ha prima importunato, poi insultato e quasi aggredito fisicamente il nostro inviato a San Siro Marco Lombardi. E ci siamo riusciti, già lunedì mattina, anche prima della Digos del capoluogo lombardo che si è prontamente attivata a cui va il nostro ringraziamento per il celere intervento.
L'accento non era proprio nordico pertanto abbiamo sondato i club Milan del centro Italia, fin quando non ci è arrivata una segnalazione anonima: 'Si chiama F******, vive in Umbria...'. A quel punto abbiamo controllato centinaia di profili social fino ad arrivare ad alcune piste confermate da una seconda segnalazione: "Vive nel mio paese Acquasparta, vicino Terni". Informazioni poi confermate anche dai Carabinieri della stazione di Acquasparta che ci hanno riferito di come il tifoso in questione avesse anche precedenti e sia un classe '77.
F.Z, per una questione di privacy eviteremo di diffondere il suo nome, pare sia partito da casa e tramite piattaforme di car pooling sia andato allo stadio non tanto per tifare la propria squadra del cuore ma per bere e infastidire chi lavora seriamente. Un umbro che offende Napoli, un malcostume dilagante che deve far riflettere e richiederebbe punizioni più severe e non multe da solletico ai club o semplici sanzioni amministrative ai colpevoli.
Ebbene, noi di CalcioNapoli24 lotteremo sempre contro chi infanga i veri e sani valori dello sport e infanga la categoria e la nostra meravigliosa città. Nei confronti del soggetto tristemente finito alla ribalta su tutti i media d'Italia e su cui abbiamo preferito non rivalerci in sede civile e penale lasciando spazio alla giustizia e alle autorità competenti, è stato emesso un durissimo provvedimento di Daspo di 5 anni. Un chiaro segnale per tutti: nessuno tocchi chi lavora seriamente.
Nelle motivazioni del provvedimento, l'uomo è stato denunciato per "violenza privata aggravata dalla discriminazione razziale, etnica o religiosa", compresa la violazione della Legge 401/89 relativa al provvedimento di Daspo, in quanto la sua condatta è stata ritenuta "evidentemente finalizzata alla partecipazione attiva a episodi di violenza, di minaccia o di intimidazione, tali da porre in pericolo la sicurezza pubblica o da creare turbative per l'ordine pubblico".