Salvatore Bagni, ex calciatore ed ex dirigente della SSC Napoli, è finito nell'occhio del ciclone per un servizio andato in onda su Italia 1, nel corso della trasmissione "Le Iene". Nel servizio un inviato delle Iene si è finto il fratello di un giovane calciatore per proporre a Bagni, ora nelle vesti di talent scount.
Così Bagni spiegherebbe le regole, secondo le quali se è lui a trovare il ragazzo, allora è disposto ad investire. Viceversa, il giocatore deve pagare. Le parole di Bagni riportate sulla Gazzetta: "Però ti spiego, perché bisogna esser chiari... noi abbiamo quest’agenzia nostra io e mio figlio, però quelli che noi andiamo a cercare noi li paghiamo perché li cerco io, li scelgo io. Ma tutti quelli che non cerchiamo noi, noi ci facciamo pagare, ovviamente perché il ragazzo non ti fa guadagnare niente. (...) Noi meno di 30 mila euro non facciamo con nessuno" e rivela che alcuni di quelli che avrebbe piazzato "pagano due 30mila euro e uno 40mila. Sono tutti imprenditori, perché non lo può fare l’operaio. (...) Noi andiamo sempre sul cash. Se proprio si è impossibilitati, si può fare una sponsorizzazione: così da poter fare ‘regali legali’. Ti dico, la C non è un problema: chiamo, chiedo un favore".
Nel corso della conversazione, emerge il potere contrattuale di Bagni: "Tutti mi devono qualcosa, per quello che li piazzo da tutte le parti, tutte le società: io sono corretto, loro devono essere corretti con me, non ce n’è. Noi di quelli che pagano ne abbiamo 13. Sono tutti nei settori giovanili professionisti. Quelli che non scegliamo noi, devono pagare, per forza. (...) Poi la nostra fortuna è che io non nascondo niente perché la mia società è al corrente di tutto, dalla cosa sbagliata alla cosa giusta. Adesso è stata fatta una cosa sbagliata, lui lo sa".
Messo alle strette dalla Iena sulla speculazione sui sogni dei ragazzi e sui soldi in nero chiesti alla famiglia, Bagni risponde: "Se il sogno di un ragazzo è di giocare nel settore giovanile di qualsiasi squadra...".