I giornalisti sportivi fiorentini, riuniti in assemblea nella giornata di ieri alla presenza dei vertici della categoria in Toscana, rappresentati dal presidente Assostampa Sandro Bennucci, dal presidente Ordine regionale della Toscana Giampaolo Marchini e dal Presidente dell'Ussi regionale Franco Morabito, hanno deciso di redigere un documento unitario per ribadire lo sdegno unanime rispetto ai molteplici comportamenti, in alcuni casi intimidatori, attuati dai dirigenti di Acf Fiorentina nei confronti dei rappresentanti della stampa.
Dopo la denuncia scaturita dai gravi fatti di cui è stato vittima il collega Francesco Matteini sabato 30 settembre al Viola Park, l'assemblea ha deciso di continuare ad intraprendere qualsiasi forma di iniziative legali e di protesta per arginare ogni comportamento fuori dalle norme. Lâassemblea registra, con profondo stupore, che a quasi una settimana dal citato, inqualificabile episodio, non siano arrivate ancora le scuse ufficiali da parte di Acf Fiorentina. Cosi come risulta imbarazzante il silenzio delle istituzioni cittadine, regionali e nazionali. Comprese quelle dello sport. I giornalisti sportivi fiorentini dichiarano che non saranno più' tollerate condotte lesive del ruolo del giornalista e della sua dignità . Invitano inoltre tutti i colleghi a vigilare e a denunciare nelle sedi competenti qualsiasi violazione delle regole, comprese parole eventualmente diffamatorie espresse anche in contesti non ufficiali.
COS'E' ACCADUTO - Il giornalista Francesco Matteini è stato cacciato dal Viola Park Rocco Commisso mentre stava per assistere alla prima partita ufficiale nel nuovo impianto, fra la Primavera della Fiorentina e del Milan. Il direttore generale della società , Joe Barone in persona, ha chiesto ad una addetta al servizio di accompagnarlo alla porta, nonostante che Matteini avesse il diritto di restare visto che aveva pagato regolarmente un biglietto online. Questo il suo racconto: "Sono arrivato davanti al Viola Park. Allâingresso câerano il dg Joe Barone con il comandante della Polizia municipale di Bagno a Ripoli. Ho salutato entrambi, ma Barone non ha risposto. Poi, prima del controllo biglietti, sono stato affrontato dallo stesso Barone che, ad alta voce, ha ripetuto più volte: âLei non è gradito e non può entrare. Questo è un posto privato ed entra solo chi vogliamo noi. Lo scriva: Barone non mi ha fatto entrareâ. Ho chiesto perché. Risposta, ripetuta più volte: âPerché è un giornalista non graditoâ. Poi se nâè andato. Un attimo dopo è arrivato il responsabile della comunicazione, Alessandro Ferrari, il quale ha ribadito: âNon puoi entrare, non ti abbiamo rilasciato lâaccreditoâ. Ho risposto che avevo un regolare biglietto. âChi te l'ha dato?â, mi ha chiesto. âLâho comprato online come previstoâ ed ho mostrato il biglietto col mio nome. Allora è tornato alla carica Barone che, di nuovo, mi ha detto di andarmene perché non ero gradito, quasi urlando. Alla mia risposta che avevo pagato i biglietto, ha estratto una mazzetta di banconote e mi ha infilato in tasca 50 euro. Io ho preso la banconota e glielâho ridata. Poi comunque sono stato accompagnato all'uscita".
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