Notizie calcio - Roberto Donadoni è tornato in Cina con calciatori e staff dello Shenzen. In Cina la situazione è ormai quasi del tutto ristabilita, intanto, la testa dell'allenatore è sempre all'Italia. Dove ha la mamma a Bergamo e la famiglia a Milano. Il tecnico parla di 8 ore di controlli per rientrare definitivamente in Cina. Intanto, sono stati effettuati i tamponi di controllo e i risultati arriveranno nelle prossime ore.
«In Cina c’è grande attenzione nei confronti di coloro che vengono dai Paesi più colpiti e in fondo è giusto che sia così: hanno faticato tanto per cercare di risolvere il problema. Noi abbiamo trascorso un lungo periodo ad allenarci in Spagna, poi il 9 ci siamo trasferiti a Dubai. Saremmo dovuti rimanere lì fino al 22 ma abbiamo preferito anticipare i tempi, proprio perché sapevamo che ci avrebbero messi in quarantena e il campionato potrebbe cominciare. La situazione è tornata alla normalità. Le strade sono vive, popolate di gente. Portano la mascherina, ma fa parte della loro cultura, la usavano anche prima che scoppiasse questa epidemia. Basta che uno abbia un po’ di raffreddore e la mette. Diciamo che se prima la indossavano tanti, ora ce l’hanno proprio tutti. Bisogna capire che oggi non si può rischiare. È così difficile? Leggo ancora di tante persone dal Nord sono scappate in Sicilia e in Puglia. Come si fa a non comprendere che questo è un autogol? Occorre stare fermi, in casa. Lo dicono tutti. Sono preoccupato per la mia famiglia, è inevitabile. Dobbiamo tutti rispettare le regole o non migliorerà mai la situazione».