Intelligentissimi, con un quoziente ben al di sopra della media. E, più sono bravi, maggiore sarà la loro velocità di pensiero: non solo nello sport. Stiamo parlando di calciatori, gli stessi personaggi che ci fanno sorridere dopo uno strafalcione grammaticale durante un'intervista o che ci lasciano basiti per la loro incredibile capacità di far parlare di sé.
Quella che avete appena letto non è la nostra opinione, bensì il risultato di uno studio condotto dal Karolinska Institutet di Stoccolma e pubblicato sulla rivista "PLoS ONE": analizzando un campione di 29 calciatori del torneo svedese, e facendo fare loro dei piccoli test per valutarne creatività, velocità elaborazione, flessibilità cognitiva e uso della memoria, gli autori della ricerca hanno scoperto che esiste un rapporto assolutamente proporzionale tra le capacità sportive e le funzioni intellettive.
Più si è forti nel gioco del calcio, maggiore sarà quindi l'intelligenza di cui dispone quel determinato atleta. "Un buon calciatore deve avere abilità e velocità - ha riferito al 'Times' il professore Torbjn Vestberg, uno degli autori dello studio - ma queste qualità da sole non bastano se non hai un cervello in grado di mandare i giusti input".
"Leggere" un passaggio, stando a quanto spiega sul "The Independent" Liselotte Maurex, co-autrice della ricerca, è un modo di mettere in mostra una serie di funzioni cognitive: "Abbiamo svolto dei test per valutare la loro velocità di pensiero. Abbiamo chiesto ai calciatori di risolvere problemi che potessero mettere in evidenza le loro funzioni cognitive, così da cercare una relazione tra lo sviluppo delle abilità sportive e il quoziente intellettivo. In fondo quando sono in campo, durante le partite, devono pensare in pochi secondi dove piazzarsi, se scattare o meno".
Difficile però giustificare alcune "uscite" di certi calciatori. L'esempio di questi giorni, anche data la sua presenza costante sui giornali per vicende extra-sportive, riguarda Mario Balotelli, calciatore dal potenziale immenso ma che fatica a raggiungere la completa maturazione. Secondo il Karolinska Institutet di Stoccolma il quoziente intellettivo di SuperMario sarebbe quindi molto alto, non come quello di Messi o Cristiano Ronaldo, ma comunque alto.
Lo studio svedese "giustifica" infine la scarsa maturazione con la mancanza di educazione. "Siccome iniziano a giocare molto presto - chiude Vestberg - i calciatori non hanno tempo per imparare l'educazione ed è per questo che a volte fanno la figura degli stupidi. Ma sono molto intelligenti".