Il Napoli entra senza arrossire nello stadio simbolo della Torino moderna. Impianto tra i primi al mondo. Ecocompatibile, realizzato dagli architetti Hernando Suarez e Gino Zavanella, lo stesso che su richiesta di De Laurentiis schizzò un progetto anche per il San Paolo. Carta straccia: un altro sogno svanito, nella metropoli italiana delle grandi opere incompiute. Il dislivello tra le due città , la differente velocità tra annunciare e attuare, l’abissale distanza tra Nord e Sud nella capacità delle imprese di collegarsi con gli enti pubblici, si riflettono anche nel calcio. Non è certo colpa della squadra e dei suoi tifosi se Napoli ha il più degradato, sporco, insicuro impianto del campionato. Diventa un ulteriore motivo di orgoglio per Sarri e i suoi campioni se stravincono, comunque. Già , la retorica delle belle storie d’amore vissute in una capanna. Ma il valore del Napoli, la sua guida illuminata, la disponibilità dei giocatori non può deviare l’attenzione del club. Tra Juve e Napoli è lo stadio che in larga parte crea la differenza. Incassi, marketing, diritti tv. Tutto squilibrato. Gli allenatori, da Mazzarri a Sarri passando per Benitez, hanno sottolineato il divario tra i bilanci. Vittimismo che non risolve nulla. Di chi è la colpa? Della Juve no, se dal 2011 tocca un fatturato triplo a quello del Napoli? Oltre a puntare su uno stadio di proprietà , ha ricapitalizzato con 120 milioni per coprire un rosso di 95 nel suo bilancio e volare più alto. Vuole, può e sa investire. Di De Laurentiis neanche, se fa impresa cercando redditività . Ha chiuso in attivo otto bilanci con vantaggi personali e familiari, certo, ma è una garanzia per i tifosi: tiene il Napoli ad alte quote. Gli industriali ancora meno, se nel 2004 il romano De Laurentis intuì il business e i napoletani no. In 12 non misero insieme quei sei milioni urgenti per salvare il Napoli. In questo depresso scenario prova ieri a staccarsi il Comune. Caduto nella illusione di concedere all’amico-nemico De Laurentiis più di quanto i suoi poteri di sindaco gli consentissero, Luigi de Magistris tenta di rendere almeno decoroso e sicuro l’impianto per la Champions. Una spesa di 18-22 milioni, tutta del Comune: è già qualcosa. L’assessore Ciro Borriello ha ricevuto una delegazione del Coni, e raccolto una infinità di prescrizioni. Speriamo. Dopo anni di progetti importanti ma tutti svaniti il tema si riproporrà . Il Napoli parte domani con due punti in più, ma la capacità manageriale di Torino e Napoli dà un altro punteggio: 328 milioni di fatturato contro 132. Per fortuna, gli uomini contano ancora più dei soldi.