NELLA trovata scenica c’è la forzata ambiguità di un allenatore intelligente. Sensibile. Corretto. Sa bene che il suo Napoli senza alcuni errori della difesa e i 15 gol subiti, spesso da attribuire al portiere, sarebbe accanto alla Roma o almeno nei dintorni del secondo posto. Nel soccorso a Rafael, si intravedono altri tre retropensieri. Benitez sa che molti si aspettavano l’esclusione del mistico portiere brasiliano, e spazza via i dubbi. Mette a tacere Andujar, di cui molti descrivono un insidioso caratterino nello spogliatoio. Dà infine morale a Rafael. Segnandosi stavolta anche lui la croce, Benitez lo manda in campo. Giusto così, perché questa diventa più che mai la partita di Rafael, oltre che di Koulibaly e Hamsik. Lo Sparta Praga, secondo nel suo campionato, la Synot Liga, ha un modulo di gioco ed un bomber temibili. L’assetto che lo rende imbattuto in casa, è un vago 4-5-1, rielaborato da Vitezslav Lavicka, cinquantenne allenatore ceco con una esperienza In Australia, alla guida del Sidney. Il 4-5-1 diventa agilmente 4-3-3 quando si alzano gli esterni di centrocampo. Ricorda un po’ il Cagliari. Bisogna quindi fare molta attenzione proprio sulle corsie esterne: dal centro è frequente il passaggio del distributore ad uno dei due mediani laterali, che scattano insieme. Uno con palla, l’altro senza. Lo scopo del contro-lato, ben riuscito domenica scorsa al Cagliari, è tenere larga la difesa del Napoli, creare spazi per David Lafata, punta centrale, capitano e cannoniere con 24 gol in 26 partite ufficiali. Può essere una idea Britos, difensore di sinistra e discreto marcatore, con Ghoulam esterno alto. Per Koulibaly è quindi la serata per cancellare l’ultima grossolana prova da finto regista. Ma questa è anche la partita di Hamsik. Al di là delle suggestioni ambientali, al capitano slovacco in terra ceca il Napoli chiede una prova di continuità , con posizione arretrata di venti metri. Da centrocampista puro come nella sua nazionale: in quella fascia orizzontale lo Sparta ne schiera cinque. Se il pareggio vale la qualificazione e la vittoria la certezza del primo posto nel girone, il Napoli davanti a Rafael schieri chi vuole. Ma sia chiaro: alla fine, niente alibi.