Bologna, Verdi: "Napoli poteva cambiarmi la carriera, non mi pento: tutta la verità sul mio rifiuto, ho sbagliato anch'io! Sullo sfogo di ADL, la telefonata di Sarri e l'accordo con Juve o Inter..."

Le Interviste  
Simone Verdi fascia capitano BolognaSimone Verdi fascia capitano Bologna

Simone Verdi, attaccante del Bologna e grande obiettivo di mercato del Napoli per il mercato di gennaio, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera parlando del rifiuto al Napoli.

Simone Verdi, attaccante del Bologna e grande obiettivo di mercato del Napoli per il mercato di gennaio, ha rilasciato una lunga intervista al Corriere della Sera.

VERDI - NAPOLI, TUTTA LA VERITA' SUL RIFIUTO

L'attaccante del club felsineo ha raccontato tutta la verità sul suo rifiuto alla maglia azzurra, argomento che ha tenuto banco per l'intero mercato invernale. Il calciatore è stato ad un passo dal vestire la maglia azzurra, come rivelato anche dal presidente De Laurentiis, poi il dietrofront e la permanenza al Bologna. Adesso Simone Verdi torna a parlarne all'edizione odierna del Corriere della SeraEcco quanto evidenziato dalla redazione di CalcioNapoli24:

Simone Verdi, i nomi di Riva, Virdis e Paolo Rossi le dicono qualcosa?

«Sì, che non sono stato l’unico stupido a dire no a una grande… Scherzi a parte, io non ho detto no al Napoli, ho detto sì al mio percorso al Bologna: non potevo andarmene a gennaio dopo tutta la fiducia che ha riposto in me quando venivo dalla retrocessione col Carpi».

Ma il caso è montato comunque.

«Già. E molto più grande del dovuto. Ho dovuto sentire tante falsità, cose brutte persino sulla mia famiglia e sulla mia fidanzata, che avrebbero interferito nella scelta. Poi ho sbagliato anch’io…».

In che senso?

«Avrei dovuto intervenire subito per spiegare e calmare le acque: invece la mia riservatezza, che ritengo un pregio, ha peggiorato la situazione».

E com’era la situazione?

«L’offerta del Napoli poteva cambiare la mia carriera, lo so. Ma, dopo avere giocato già in sei squadre, a 25 anni qui ho trovato per la prima volta la mia casa calcistica. Sento di avere un progetto da condurre fino a giugno».

Poi che succederà?

«Adesso pensiamo al presente, è meglio…».

Molti non le hanno creduto e hanno detto che dietro il no c’erano altri club, cioè i soliti: Inter, Milan, Juve…

«Mi viene da ridere. No, nessuno muoveva i fili. So ragionare da solo».

De Laurentiis ha detto: «Verdi mi ha deluso».

«Forse ho mandato un messaggio sbagliato. Ma sia chiaro: il problema non era Napoli, e non ho mai detto sì per poi cambiare idea».

Sarri l’ha chiamata, vero?

«Sì. Una telefonata amichevole. Ha capito, con molta serenità e sensibilità».

Tipica critica di quei giorni: «A 25 anni non si rinuncia al Napoli con un contratto triplicato».

«Facile sentenziare da fuori... Ora è brutto dirlo, perché tante persone purtroppo non arrivano a fine mese, ma io posso già vivere bene così: il soldo per fortuna non è una priorità, posso decidere in base alla passione».

E poi c’è chi ironizzava: «Ha avuta paura».

«Non è così. L’ambizione di un atleta è sempre giocare con grandi campioni. Ma ripeto: qui sono a casa».

Cambiare tanto fa male?

«In generale mi piace. Ma l’adattamento tecnico a un sistema già avviato non è sempre semplice».

Lei che ruolo preferisce?

«Ne ho fatti tanti: ala, seconda punta, trequartista. Penso di rendere meglio come esterno destro d’attacco che rientra».

Non è che stando fermo ha avuto tempo di pentirsi?

«Neanche per un attimo. Tutto questo casino per poi cambiare idea?»

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