Ultime notizie Coronavirus Italia. Andrea Crisanti, direttore dellâUnità complessa diagnostica di Microbiologia a Padova, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni dell'edizione odierna del Corriere della Sera. Ecco quanto evidenziato dalla redazione di CalcioNapoli24.it.
«La verità è che lâunico dato certo riguarda i decessi. Ed è da lì che bisogna partire per sapere quanti sono realmente i contagiati. Si scopre così che i numeri corretti sono purtroppo molto più alti di quelli che vengono diffusi e riguardano semplicemente i casi emersi e quindi hanno poco senso. Finalmente anche la Lombardia lâha capito e ha deciso di dare la caccia al sommerso».
«Non riesco a spiegarmi come sia stato possibile sottovalutare le dimensioni dellâemergenza, quando erano sotto gli occhi di tutti: in Lombardia i malati saranno almeno 250mila, 150mila sintomatici e 100 mila asintomatici, in Italia ne calcolo 450mila... altro che 60mila».
«Due sono i dati da considerare: quello della Cina e quello registrato a Voâ Euganeo, dove è stata fatta per la prima volta al mondo unâindagine epidemiologica su unâintera popolazione. Questi numeri sono simili e ci dicono che il tasso di letalità (rapporto fra il numero di decessi e il totale dei contagiati, ndr) è sotto il 2%, considerando tutto si arriva allâ1,5%, e che la percentuale di asintomatici che contagiano è altissima (40%). Cosa sulla quale la Cina ha però mentito, evitando di considerarli nelle statistiche».
«Ma vogliamo scherzare? Non ci sono evidenze che il virus della Lombardia sia diverso da quello veneto. E dunque si deve ragionare su quelle percentuali. E il fatto che il tasso di letalità in Veneto (3,4%, ndr) sia decisamente inferiore a quello lombardo (oltre il 13%, ndr) si spiega con il maggior numero di tamponi fatti che ha portato a dei risultati concreti».
«Penso che facciano bene. Câè molta gente che accusa sintomi non gravi e potrebbe essere positiva. Dovrebbero però cercare anche fra gli asintomatici testando le categorie più esposte, per cerchi concentrici. Ma penso anche che avrebbero dovuto farlo 20 giorni fa. E invece non câè stata alcuna sorveglianza epidemiologica. Vedo persone che muoiono a grappoli. Questo è un fallimento. Troppi morti».
«Bastava mettere tutte le risorse possibili sui focolai iniziali, come hanno fatto in Giappone, Corea e Taiwan. E invece da noi fino a pochi giorni fa câerano industrie attive con migliaia di dipendenti, penso soprattutto a Bergamo, per produrre beni peraltro non necessari. Abbiamo voluto difendere il Paese dei balocchi e lâeconomia anche di fronte alla morte».