Ultime notizie calcio Napoli - Carlo Tavecchio, ex presidente della FIGC, ha rilasciato alcune dichiarazioni a TMW Radio, cominciando dall'esporre le sue sensazioni sulla possibile ripresa: "Il problema è determinante per il sostegno economico che devono avere le società . Se chiudono il campionato non mantenendo gli impegni con la produzione dei diritti tv diventa un danno quasi irreparabile. Devono risolverlo in un modo o nell'altro, anche se la cosa più importante è la salute il campionato va chiuso. I diritti vengono pagati se le partite sono trasmesse e se non pagano è un dramma. La UEFA ha sospeso le coppe ma dice che i campionati vanno finiti, a meno di tragedie irrisolvibili".
Alcuni club poi, con classifica cristallizzata, potrebbero fare dei ricorsi.
"Si apre un fronte legale. Bisogna puntare a finire, anche durante l'estate".
La UEFA porterà avanti il discorso?
"Prima bisogna risolvere il campionato. Tanto lo sanno tutti bene che non sarà tutto come prima, è evidente. Tutti provano a nasconderlo, ma ad essere onesti è arrivato il momento di una riforma. Io tre anni fa dissi che la madre di tutte le battaglie è la riforma dei campionati. Non si può più pensare di avere più di 100 squadre professionistiche in Italia, solo l'Inghilterra ce le ha, ma hanno pure 3 miliardi di diritti tv, noi 1,5. Si ridurranno i professionisti, e poi bisognerà sostenere il movimento dilettantistico. Credo che sarà molto dura raccogliere sostegni locali per mantenere 15.000 associazioni. Saranno turbati i sogni di tanta gente".
Quante squadre professionistiche vorrebbe?
"Io parlavo di un numero magico: 18 di A, 18 di B, e due C da 18. Una settantina di squadre. Non abbiamo la capacità di avere più società , non ci sono risorse. E oggi avrei pure il dubbio sulle trentasei di Lega Pro...".
Sulla querelle AIC-Lega a proposito del taglio di stipendi, che pensa?
"In questo momento una cosa va messa in chiaro: i tempi delle vacche grasse non ci saranno più. Il sistema dovrà essere rimodulato in funzione dei ricavi. In questo momento tutti hanno anticipato i diritti tv per poter stare sul mercato. Ora mancato introiti vari metteranno in condizione parecchie società , se non aumenteranno il capitale sociale, di non pagarli gli stipendi. Serve trattare per salvare le società da fallimenti a iosa".
Il Governo può aiutare lo sport?
"Se le cifre sono quelle che ho sentito, ci sono 80.000 società sportive dilettantistiche tra tutte le discipline. Ma è dura far capire al Governo o allo Stato di intervenire per dare contributi a soggetti che hanno dipendenti pagati milioni di euro l'anno. Credo che interverranno su chi guadagna meno".
Come ha risposto il calcio all'emergenza Covid-19?
"Il Coronavirus non l'ha capito nessuno. Né gli americani e nemmeno gli inglesi o i nordici. Noi abbiamo avuto una tragedia immediata, adesso son capaci tutti e son tutti professori".
Quando si potrà riprendere davvero?
"Per la ripresa del calcio è imprescindibile finire i campionati, anche arrivando a agosto o settembre. Così mantieni gli introiti della Serie A. In B invece sono 60 milioni che dipendono dalle mutualità ... Se non arrivano è una catena di Sant'Antonio, che parte dall'alto e arriva alla valle. Ci saranno da rispettare le distanze, la sanificazione... Il momento è duro e drammatico e purtroppo il brutto deve ancora venire".