SSC Napoli, il legale Grassani: "Proroga dei contratti è la priorità, follia parlare ora di Fair Play Finanziario! Stipendi? Vi spiego..."

Le Interviste  
Mattia Grassani, legale SSC NapoliMattia Grassani, legale SSC Napoli

Le parole di Mattia Grassani, legale SSC Napoli

Ultimissime Napoli calcio. Mattia Grassani, legale tra le altre anche della SSC Napoli, ha rilasciato alcune dichiarazioni ai microfoni di Firenzeviola.it

Intervista Grassani

Il possibile slittamento dei campionati verso l'estate che problemi comporta?
"In primis occorrerà prorogare la validità dei contratti di lavoro sportivo della stagione 19/20, in scadenza il 30 giugno e lo si potrà fare con il consenso di tutte le componenti, FIGC, Leghe, AIC, AIAC, ADISE e AIPAC, oltre che dell’UEFA. Ma non credo sarà un problema, così come, sotto l’aspetto legale e fiscale, gli adempimenti connessi dovranno essere riparametrati alla postergazione dei contratti".

Come risolvere la questione dei salari dei giocatori, con la Juve che sembra aver aperto la strada?
"Io sarei maggiormente favorevole ad una negoziazione centralizzata e collettiva, più veloce e snella, in cui ogni Lega rappresenti tutti i club nelle trattative. Comprendo, però, le esigenze del singolo club che intenda procedere autonomamente, senza aspettare la contrattazione collettiva. Anche all’interno della medesima Lega, di A, di B e di C, le differenze sono tante, i bilanci anche ed il costo del lavoro può variare, da società a società, di molte decine di milioni di Euro. Ragion per cui, nella pratica, è difficile stabilire un criterio che vada bene a tutti".

Il Governo, in un momento di emergenza che colpisce il lavoro di tutti i cittadini, come può aiutare lo sport?
"Le strade sono tante. Congelamento degli interessi passivi bancari, slittamento degli adempimenti fiscali e previdenziali, applicazione della Cassa Integrazione anche agli sportivi professionisti, concessione di prestiti sull’onore ad interessi zero, creazione di un fondo di solidarietà dedicato esclusivamente alle società sportive, professionistiche e non, per consentirne la sopravvivenza, e tanto altro ancora. Gli strumenti non è difficile trovarli, l’importante è che lo sport venga ascoltato e trattato come tutte le altre imprese di questo paese che sono in crisi profonda".

I club devono rispondere a parametri del FFP, sarà ancora possibile in tempo di crisi e prevede apertura completa della Uefa, che ha comunque allentato le maglie?
"Parlare, adesso, di rispetto del fair play finanziario mi sembra pura follia. Di fronte ad una situazione emergenziale come quella attuale occorre adottare misure di salvaguardia emergenziali e, in ambito UEFA, la soluzione concreta più adatta potrebbe essere di congelare l’intero sistema di controllo economico-finanziario per almeno 2 stagioni per poi ripartire dal momento del congelamento. Ovvio che le società che in questi due anni si indebitano ancora di più e non risanano i bilanci devono essere sanzionate pesantemente".

È favorevole ad un calciomercato come è nelle intenzioni?
"Anche questa è un esperienza mai vissuta prima. Tendenzialmente, il calciomercato, e parlo di tutte le 55 federazioni affiliate alla UEFA, necessita di paletti certi per lo svolgimento delle trattative, che hanno inizio e si concludono in tempi brevi e a finestre prestabilite (estiva e invernale). Tenga presente che adesso noi abbiamo 3 mesi ogni anno in cui le trattative sono aperte, quindi non si sente la necessità di ampliare ulteriormente i periodi. Però, vista la possibile sovrapposizione di due stagioni, almeno quanto ai mesi di luglio e, forse, agosto, in uno con la compressione nella partenza del torneo 2020-2021, potrebbe essere un’esperienza da provare. Se non risponde alle attese, torniamo al passato a partire dalla 2021/2022".

Se invece il campionato dovesse interrompersi (come vuole fare il Belgio) prevede un'estate nei tribunali da parte dei club penalizzati?
"L‘ipotesi di un campionato che non termini naturalmente la vedrei come una sconfitta, senza colpe di chicchessia ma pur sempre una sconfitta. L’effetto primario di una conclusione del campionato senza la disputa delle restanti partite porrebbe problemi enormi, e in tutte le competizioni, dalla Serie A alla terza categoria, in primis in ordine all’assegnazione dei titoli sportivi, alle promozioni, alle retrocessioni, alla disputa di play-off e play-out, e mi fermo qui. Comunque, il rischio di ricorsi alla giustizia sportiva e a quella ordinaria sarebbe altissimo, con tempistiche non prevedibili e certificherebbe il fatto che nessuno ragiona per il bene comune ma solo per il proprio tornaconto personale. I campionati si vincono e si perdono sul campo e speriamo vivamente che sia il campo a scrivere i verdetti non i tribunali".

Il calcio riuscirà a riprogrammarsi dopo il Coronavirus per risolvere certi problemi di cui si discute sempre, tra cui infrastrutture, fondi speciali, equità e ingaggi più bassi?
"Il calcio dovrà trarre i dovuti insegnamenti dalla tragedia in corso, altrimenti è destinato all’implosione. Se non ci sia adegua, il movimento andrà incontro ad un suicidio certo. Riduzione dell’area professionistica (100 società professionistiche rappresentano un unicum in Europa e non sono da anni più sostenibili), strumenti, veri e concreti, di defiscalizzazione per il tesseramento di giovani calciatori, favorire le partnership tra società professionistiche e società dilettantistiche, sono solo alcuni dei possibili interventi. Auspico che il Presidente Federale Gabriele Gravina, alla ripartenza della vita normale, vorrà istituire un tavolo permanente, composto dai rappresentanti della base e del vertice del calcio, per affrontare e risolvere le problematiche spicciole, quelle quotidiane di sopravvivenza che, dopo un bombardamento atomico, perché a questo stiamo assistendo, rappresenteranno ostacoli pressoché insormontabili".

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