Pontedera, Negro: "Il Napoli non ha gestito al meglio la mia situazione, potevo aspirare a qualcosa di più"

Le Interviste fonte : Footballscouting.it
Pontedera, Negro: Il Napoli non ha gestito al meglio la mia situazione, potevo aspirare a qualcosa di più

La scelta Pontedera è stata ponderata da parte di Antonio Negro: una piazza tranquilla, con dirigenza solida, per potersi rilanciare e dimostrare di saper essere decisivo anche tra i professionisti. Il giovane attaccante classe ’98 è approdato in Toscana per ritrovare lo smalto che forse ha perso e, come ha dichiarato in esclusiva ai nostri microfoni, è assolutamente determinato per fare in modo che ciò accada.

Antonio, ti va di tracciare un bilancio dopo questi primi mesi da calciatore del Pontedera?

“Stare lontano dagli affetti e dalla famiglia è difficile. Mi è capitato quando sono stato al Latina, ma ancora oggi, nonostante crescendo si capiscano tante cose, è una situazione non delle migliori. Ci tengo però a precisare che mi sto trovando molto bene, sono in un’ottima società e nel gruppo sono a mio agio sia con i ragazzi giovani come me che con i più esperti, tutti mi fanno sentire uno di loro e questa è una cosa davvero importante”.

Dopo l’esperienza alla Paganese della passata stagione, stai vivendo la Serie C in una nuova piazza. Che differenze hai trovato tra i due ambienti?

“Ho trovato un calcio che definisco, tra virgolette, più pulito. Rispetto al Girone C ritengo di essere in un contesto  realmente adatto per un giovane. Qui si cerca maggiormente di giocare il pallone. Le squadre sono comunque organizzate in entrambi i raggruppamenti, smentisco chi dice che le squadre al Sud siano forti e qui no, magari nel Meridione c’è qualcosina in più ma in generale non noto questa differenza rimarchevole. Anzi, qui forse c’è più organizzazione”.

Una considerazione di ampio respiro sulla tua carriera. Nella stagione 2015/2016, quando indossavi la maglia del Napoli Primavera, segnasti più di 20 gol. È innegabile come un talento abbia il desiderio di giocare ad alti livelli e, soprattutto quando le cose vanno nel verso giusto, la prima squadra sembra davvero raggiungibile. La vita e, nel caso di un calciatore la carriera, prende però delle strade diverse, che portano a dover fare un certo tipo di percorso, magari differente da ciò che si era immaginato. Quanto è stato difficile per te accettare ciò?

“È stato difficile e ancora oggi lo è. Con il senno di poi, credo che avrei dovuto vivere con un atteggiamento diverso le esperienze con il Napoli, così da apprezzarle maggiormente. Sono una persona che tende a trovare il lato negativo in una cosa magari molto positiva. Un giovane ha bisogno di fare esperienza ma, onestamente, ritengo che la mia gestione da parte del Napoli non sia stata delle migliori. Il calcio vero non è la Primavera ma a mio avviso, per quello che avevo fatto, potevo aspirare a qualcosa di più. Certe cose sono difficili da accettare e metabolizzare, devo ancora segnare nei professionisti, questo mi pesa. Non ritengo sia giusto parlare di sofferenza, ma sto lavorando davvero duramente per fare in modo che arrivi la svolta. Un attaccante vive per il gol. Non sono più abituato a segnare, questa è una cosa brutta da dire, ma mi sto impegnando con tutto me stesso, come dicevo poc’anzi. Spero di realizzare quanto prima il tanto atteso gol”.

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