Notizie Calcio- Michele Padovano, ex attaccante con una stagione anche al Napoli nel campionato 1991-92, ha rilasciato unâintervista a La Repubblica. Lâex atleta ha commentato il più grande incubo della sua vita: il carcere, dove è stato 17 anni, prima di essere priosciolto con l'accusa di essere un narcotrafficante.
Quanta vita câè, dentro 17 anni?
«Tanta, troppa. Quasi tutta. E non torna indietro. Chi me la rende? Ogni mattina mi svegliavo con lâossessione, e poi restava sempre con me: fine pena mai. à un miracolo se non impazzisci o non ti ammali di brutto».
La arrestano il 10 maggio 2006.
«Dopo una pizza con gli amici. Mi bloccarono due volanti, gli agenti armati, pistole in pugno. Tutti in borghese. Nessuno parlava, nessuno mi spiegava. La spada mi è entrata in testa in quel momento e câè rimasta una vita».
à vero che ha perso tutto?
«Sì. Ho dovuto vendere quello che avevo, 17 anni sono lunghi. Mi sono reinventato, prima ho preso un bar, poi un parco giochi per bambini ma il Covid ci ha fregato. Quando mi arrestarono avevo 38 anni, ero un dirigente del calcio. Ora vorrei che attraverso il lavoro mi venisse restituito un poâ di quello che ho perduto. Sono un uomo di campo e vorrei ricominciare da lì, va bene anche come magazziniere».