Ultime calcio Napoli - Vi proponiamo come di consueto l'editoriale per Repubblica di Antonio Corbo:
"Dieci maggio, domenica. Stesso giorno e mese del primo scudetto del Napoli. Sono passati 33 anni. Ma ieri non c’è stato neanche un attimo per ricordare i deliri di un evento tra i più felici del secolo scorso in città. Nel calcio invecchiano anche i sogni, se li oscura Covid 19. Ieri si è discusso troppo e deciso poco sulla ripresa del campionato. Ennesima settimana di fuga dalla verità. La politica ha tanta voglia di dire no per eccesso di prudenza, ma non trova neanche il coraggio di riaprire la terza industria italiana, con un gettito fiscale di 1,3 miliardi, con 122 mila posti di lavoro e di questi 76 mila bruciati da un eventuale stop, una grande fabbrica di soldi amministrata finora così male da accusare 2,5 miliardi di debiti. Nell’amletica domenica occupata da ministro Spadafora, comitato tecnicoscientifico, dirigenti e federali, è stato forse trascurata una ricerca.
Se l’incubo è il contagio, qual è il pericolo? Segnalato da un primario del Cardarelli, dove non mancano medici né scienziati, il rischio è risibile per i calciatori. La fascia tra i 20 e 29 anni ha fatto registrare 9 decessi su 30 mila, quella tra i 30 e 39 anni 55: quindi 0,1 e 0,3 per cento. Nei data-base della Protezione civile è facile trovare anche la conferma di queste percentuali, senza trascurare che nessuno dei giovani colpiti da virus ma senza altre patologie è guarito senza entrare mai in un ospedale. I calciatori sono tutti in ottima salute.
È fondato quindi l’ottimismo del Napoli che si batte con la Lazio per chiudere il campionato. Anche il leader del partito del no, Massimo Cellino del Brescia, ieri proprio ieri ha cambiato parere. «Dico anche io sì, non voglio che qualche club fallisca». Il rischio è questo: il calcio affonda se si fermano i proventi di Sky. Diciannove club su 20 hanno già emesso fattura sulla sesta rata: i soldi delle televisioni sono circa il 70 per cento dei rispettivi fatturati".