Notizie calcio Napoli - Dall'America a Napoli, Mariah Cameron, è la terza americana della storia del Napoli femminile, dopo il portiere Katherine Loomis e la centrocampista Melissa Cary. La calciatrice è stata intervistata al Corriere del Mezzogiorno.
Mariah, Napoli come l’ha accolta?
«Molto bene, c’è lo stesso sole che abbiamo in California. Conosco già l’Italia per aver giocato e vissuto a Ravenna. Di Napoli all’estero spesso non si parla benissimo per via della criminalità ma invece qui ho trovato persone simpatiche e un magnifico clima che aiuta tutto. Poi il cibo, tra pizze e spaghetti, è squisito».
La squadra come le sembra?
«Forte, il campionato di B non è facile ma noi siamo attrezzate per puntare in alto».
Lei è americana e sarà stata contenta del successo di Team Usa ai campionati del mondo giocati in estate?
«Si, decisamente. Si è visto un gran bel gioco ma negli Stati Uniti c’è una vera e propria scuola di calcio femminile che si diffonde nei college e con ottimi risultati. Ho giocato contro alcune delle migliori calciatrici della nostra Nazionale come Alex Morgan e Christen Press ed è stato per me un orgoglio vederle trionfare».
Gianluca Petrachi, il ds della Roma che ha un presidente americano come James Pallotta, ha detto - poi scusandosi - che il calcio non è uno sport da signorine.
«E’ un ragionamento antico che oggi non ha ragion d’essere. So che si è scusato ma le sue parole sono state infelici e decisamente poco corrette. Mi sembra francamente assurdo pensare alla donna come a una persona fragile e senza temperamento. Certo c’è chi ne ha di più e chi meno ma oggi noi calciatrici abbiamo raggiunto un buon livello dal punto di vista tecnico e siamo anche preparate fisicamente».
C’è ancora sessismo nel calcio?
«In Europa e quindi anche in Italia certamente. In America abbiamo una mente più aperta, siamo più open mind. Curioso che in un continente più vecchio del nostro e ricco di storia ci siano persone che la pensino in modo giurassico. Nei college giochiamo tranquillamente contro squadre maschili e senza sfigurare. In America ha più fans e tifosi il calcio femminile che quello maschile. Magari ci saranno anche belle ragazze ma sarà pur vero che la qualità del gioco si è alzata sensibilmente e i media sono equilibrati nel trasmettere ugual numero di gare tra uomini e donne, senza distinzioni e senza far percepire diversità di giudizio o preferenze. E’ una discriminazione soprattutto questa, potentissima».
Segue il Napoli di Ancelotti? Lei gioca nello stesso ruolo di Di Lorenzo o Malcuit.
«Sono qui da tre settimane e so che c’è una grande squadra di calcio che ha vinto due scudetti. So anche che ci gioca un messicano come Lozano, quasi mio conterraneo per la vicinanza tra California e Messico. Magari mi appassionerò alle sorti dei colleghi azzurri ma per ora penso, e serenamente, al mio Napoli, quello femminile. Good-bye!».