Mertens: "Non pensavo mai di poter diventare così decisivo! L'anno scorso il mio status è cambiato, ma resto quello di sempre. Napoli grande avventura, i tifosi mi fermano sempre..."

Le Interviste  
Dries Mertens è un calciatore belga, ala o attaccante del Napoli e della nazionale belgaDries Mertens è un calciatore belga, ala o attaccante del Napoli e della nazionale belga

Lunga intervista rilasciata dall'attaccante del Napoli Dries Mertens al Telegraaf, della quale vi proponiamo la traduzione:

"Dopo i 28 gol dell'anno scorso e le prestazioni avute, il mio status è cambiato ma resto lo stesso Dries Mertens. Il Feyenoord vedrà quanto sono tifosi i napoletani. Vivono per il calcio, solo per il Napoli. La loro adorazione è molto differente da quella olandese.

Il gol contro la Lazio? Maradona lo segnò 33 anni fa. Camminare per strada non è molto semplice, tutti vogliono un autografo oppure un selfie e certe volte me ne rendo conto. 

Anche quando ceni al ristorante, la gente si siede ed inizia parlare di calcio e del Napoli. E' per questo che devi sapere dove andare per rilassarti o per cenare in tranquillità. Me ne rendo conto. Io vivo vicino alla città e al mare: è bellissimo. D'altronde, però, non posso dire in questo momento tornerò un giorno in un club olandese. Sto vivendo una grande avventura a Napoli, a questo punto della mia vita.

La scorsa stagione è stata molto bella, così come questa attuale. Sono soddisfatto, giochiamo un grande calcio ed io ne traggo benefici. Cosa mi rende così stupito? Il fatto di giocare al centro dell'attacco, in una posizione diversa: la scelta fatta dal mister è stata ben fatta.

In Belgio non hanno mai detto che non fossi tagliato per il calcio ad alti livelli, ma semplicemente non ero ancora pronto. Sono del 1987, a trent'anni non credo di non esserlo più. In passato ero fisicamente indietro e a sei anni giocavo con i bambini più grandi di me di due anni. Il mio corpo non era sviluppato, lo pensai così come lo fecero all'Anderlecht e al Gent. Non ho rancore verso di loro.

Anzi, sono contento che mi abbiano mandato via, perchè poi ho giocato all'Aalst e poi all'AGOOV in Olanda. Col senno di poi, sono stati molto importanti per me. Certo, all'AGOOV non pensavo mai che potessi diventare decisivo al Napoli. Il mio obiettivo è di migliorare sempre.

Al De Kuip di Rotterdam, in una finale con il PSV Eindhoven contro l'Heracles Almelo, dopo uno scontro con Remko Pasveer persi dei denti, li dovetti rimettere. Era un pallone lungo di Erik Pieters che finì in mezzo tra portiere e difensori: segnai di testa il 2-0, ma ero stato 'alleggerito' di due denti ed uno di questi fu recuperato sulla testa di Pasveer.

Il match del De Kuip forse è ancora più speciale, per me, della partita che si gioca a Napoli. Rotterdam è a solo un'ora da Bruxelles, perciò diversi amici si faranno vedere. Tornare in Olanda è qualcosa di speciale, è uno stadio divertente con dei fan molto fanatici. Il Feyenoord è una squadra solida, mi sto già preparando.

Il calcio olandese? Certo non è buono come ai tempi di Wesley Sneijder, Robin van Persie, Rafael van der Vaart e Arjen Robben. Ma Georginio Wijnaldum sta giocando incredibilmente bene al Liverpool, così come sono molto buoni Virgil van Dijk, Stefan de Vrij, Kevin Strootman e Memphis Depay. I giocatori di qualità ci sono.

Mi dispiace che Ajax e PSV Eindhoven siano usciti dall'Europa, non è un bene per il calcio olandese. Non me ne capacito, perchè per me l'Eredivisie è un campionato tosto. Il problema in questo momento, secondo me, è che i top club cedono i propri giocatori troppo presto se c'è una buona offerta".

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