Ultime notizie - Dopo la morte di O Ney, nell'editoriale di Paolo Condò per Repubblica si torna a parlare del rapporto Pelé-Maradona:
"Pelé non invecchiava mai, mantenne lo stesso fisico e la stessa faccia per almeno trentâanni filati. Così, ogni volta che accadeva di incrociarlo â ai Mondiali, o in qualche finale dâélite â veniva da chiedergli di tornare in campo per risolvere la vexata quaestio su chi fosse il migliore tra lui e Maradona.
I due si detestavano, prima ferocemente e poi più cordialmente, dopo la comparsata di O Rei alla Noche del Diez, lo show che Diego condusse nel 2005 su una televisione argentina. A dividerli, più che la naturale rivalità fra brasiliani e argentini, era appunto lâambizione di definirsi â e ciascuno aveva le sue solide ragioni â il miglior calciatore della storia. Allâepoca non si parlava ancora di GOAT, lâacronimo inglese (âGreatest Of All Timeâ) che da qualche tempo segna questi paragoni, peraltro sempre più frequenti, spia di un presente che evidentemente non ci basta più nelle nostre bulimiche discussioni.
E poi prosegue nella narrazione del mito di Pelé utilizzando queste parole:
Per chi viene chiamato boomer dai propri figli, la meraviglia di veder giocare Pelé è datata 1970. Perché la verità sui confronti e sui GOAT è che Messi lo vediamo giocare in tv tre volte alla settimana, di Maradona ricordiamo gli highlight delle partite di campionato o di nazionale, di Pelé conserviamo in memoria esclusivamente il Mondiale del â70. O meglio la finale, con la straordinaria elevazione per segnare lâ1-0 sul salto disperato di Burgnich e i due assist perfetti per il 3-1 di Jairzinho e il 4-1 di Carlos Alberto.
à anche per questa scarsità di materiale che Pelé più di altri, e da ben prima di questo congedo, merita di essere definito una leggenda: perché è stato descritto, narrato e ammirato come se fosse circondato da una nebbiolina che ne rendeva labili i contorni ma eroici i gesti. E quindi oggi per noi âgoatâ vuol dire soltanto capra, che lasciamo brucare lâerba di un campo di calcio fino allâaltezza giusta perché la palla scorra frusciante, e Pelé ne faccia ciò che desidera. Sarà comunque unâopera dâarte".