A â1 Football Clubâ, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Domenico Maietta, ex calciatore, tra le altre, di Empoli e Bologna. Di seguito, un estratto dellâintervista.
La sfida del DallâAra vedrà contrapporsi un Thiago Motta che dà certezze al suo Bologna, forte anche di un mercato convincente, ed un Napoli che desta alcune perplessità .
âIl Bologna ha fatto tanti movimenti in uscita. Alcuni importanti come Schouten, Dominguez ed Arnautovic. Pedine importanti ma ben rimpiazzate. I nuovi arrivati hanno ringiovanito la rosa e garantito ulteriore qualità . Zirkzee è un giocatore eccezionale che, seppur debba migliorare in realizzazione, è capace di fare reparto da solo e dialogare ottimamente con i compagni. Il Bologna costruisce da dietro, prediligendo il fraseggio. Motta ha dato unâimpronta precisa alla squadra che, anche in questa stagione, mantiene ottimamente, seppur a tratti. Le difficoltà del Napoli sono comprensibili. Non è soltanto un discorso di modulo, quanto soprattutto dia approccio alla persona. Di Garcia mi parlano bene anche dal punto di vista umano. Il Napoli, dunque, dovrà assimilare una nuova espressione di gioco, ed in Champions ha dimostrato di poter essere sulla buona strada. Pertanto, anche se lâInter sta volando, il Napoli resta la favorita per lo Scudettoâ
Il Napoli perde molto con lâaddio di un calciatore esplosivo come Kim Min-jae?
âKim era il mio preferito. Lâho visto dal vivo e posso confermare quanto fosse completo. Forza fisica, velocità e capacità di guidare il reparto. Il Napoli ha perso, dunque, una grande pedina. Tutto parte da dietro, da calciatori che guidano anche i compagni dei reparti più avanzati. La squadra avrebbe bisogno di un leader, e Rrahmani dovrà assumersi questo onereâ
Che cosa ha pensato un difensore come lei quando ha visto lâintervento in scivolata di Natan a Braga?
âFare le scivolate, a volte, può aiutare in un gioco veloce, seppur pericoloso. Da compagno, a dire il vero, mi sarei arrabbiato moltissimo. Câè da considerare il rischio di un fallo di mano, anche se ancora non si è capito quando si tratta di rigoreâ
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