Ultime calcio - Marcello Lippi è stato intervistato da La Verità ma ha preferito non parlare di Juventus: una scelta di rispetto per una società che è stata casa sua per 8 anni:
«A 73 anni compiuti lo scorso 12 aprile, oggi di andare sul campo a lavorare non avrei più voglia. Quello che dovevo fare lâ ho fatto».
Roma che, dopo la semifinale di Europa League, vive un nuovo momento di confusione e di difficoltà per il suo tecnico Paulo Fonseca.
«Fonseca come allenatore mi è piaciuto, credo abbia fatto del suo meglio e se andrà via potrà di dire di farlo con la coscienza a posto, avendo scontato diversi problemi e infortuni».
Lippi ha poi parlato anche di Superlega:
«Appena ho sentito la notizia ho avuto sommo fastidio. Poi, riflettendoci, ho messo a fuoco una circostanza: a parte due o tre, la maggioranza dei proprietari dei 12 club promotori, sono arabi russi, americani, cinesi, non consci di come viviamo carnalmente il calcio, quindi non potevano immaginare le barricate dei tifosi».
Un ultimo commento sulla Nazionale
«La Nazionale di Mancini è una delle cose più belle nel calcio degli ultimi due anni»
Lippi non si tira indietro quando gli si chiede un giudizio sugli allenatori italiani in circolazione e in particolare su chi è seguito dal Napoli:
«De Zerbi, è cresciuto e maturato, Juric, è una conferma, e Italiano, fa un gioco propositivo»