A Radio Crc nel corso della trasmissione âSi Gonfia la Reteâ di Raffaele Auriemma è intervenuto Massimo De Santis, ex arbitro
âIl calcio è cambiato e noi arbitri eravamo più bravi perchè avevamo in Italia i più forti calciatori e câera grande agonismo. Se avessimo avuto il Var come supporto, di errori ne avremo commessi davvero pochi. Il nostro test era la domenica sportiva e nella giornata di campionato câerano solo uno o due episodi dubbi. Episodi che col Var certamente sarebbero stati di meno, avremmo sbagliato di meno. Oggi lâarbitro ha perso lâabitudine a decidere perchè ci si ricorda più quello che accade nellâarea di rigore che quello che accade in mezzo al campo. Ci vorrebbe una disponibilità di colloquio e di rapporto un pò più morbido, tra uomini in mezzo al campo. Vedo troppe ammonizioni, allontanamenti degli allenatori. Ai nostri tempi avevamo un rapporto diretto con i calciatori, qualche parola scappava, erano dinamiche dettate dallâagonismo, ma non si andava mai oltre. Credo che si è arrivati ad un momento in cui ci vorrebbe una distinzione netta tra la gestione organizzativa e quella tecnica. Bisogna fare delle scelte, non possiamo accettare arbitri che in serie A fanno fatica, ma ci restano. Ci vorrebbe una riforma arbitrale: se sei bravo resti e se non sei bravo vai a casa. Al Var poi, che è determinante, deve andare chi sa fare quel lavoro. Orsato ad esempio, è un ottimo arbitro con grande personalità ed ha un modo di arbitrare suo, ma se devo spostarlo allâinterno dei 16 metri, anche lui viene condizionato dalle decisioni del Var. Non ho ancora capito se lâarbitro deve adeguarsi alle decisioni del Var oppure se il Var deve adeguarsi alle decisioni dellâarbitro. Lâorganico è troppo ampio, sarei propenso a diminuire il numero degli arbitriâ.