Ultime calcio Napoli - Vi proponiamo l'editoriale per Repubblica di Antonio Corbo:
"Svegliarsi, e scoprire la squadra nelle luci di una responsabile maturità. Una società che non subisce la febbre del primato, aspetta senza temerlo, è pronta. Un pubblico che riscatta anni di veleni e folklore, di pacchiane contestazioni o di deliri precoci, quando tutto era vuoto, infondato, provvisorio. Basta teatro, ricomincia una grande storia di calcio. Buongiorno Napoli.
Devono saperlo i ragazzi di oggi, non è l’ennesima illusione, loro non c’erano nel 1987, ma questi giorni richiamano quella stessa atmosfera di forza consapevole, la dignità dell’attesa, la freschezza di idoli imprevisti. Alla prima prova scudetto non va stasera il Napoli con quel vecchio sogno che presto sfumava, ma con un progetto nuovo. Ci sono tante prove per convincersi che qualcosa sia cambiato.
Un allenatore che ama le vittorie più di se stesso e del bel gioco. Un nuovo leader, Spalletti lo considera speciale: Koulibaly torna dal trionfo nella sua Africa e ritrova di diritto il posto nella sua squadra, alla quale si promette per la vita. Sente in una metropoli del Sud l’orgoglio di sfidare il becero razzismo di odiose frange del Nord, una minoranza esigua, e non ancora isolata. Subentra nella leadership a Lorenzo Insigne, al centro di una vicenda significativa. Riflettiamo.
Un giocatore napoletano ritiene di valere molto più di quanto guadagna. È un professionista. Va dove lo porta la ragione, la fredda Toronto che cerca una star. In un campionato che affonda nei debiti, una società tira le linee. Presenta una offerta che ignora il valore del suo capitano ma corrisponde al piano finanziario. E cerca intanto giovani per sostituire i maturi titolari in scadenza. Operazione temeraria, certo, ma è questo il rischio di impresa.
Il pubblico, infine. Rifiuta i languori neomelodici, nostalgie del futuro, timori di un difficile ricambio. Ma viene ad applaudire un grande professionista, grande fino all’ultimo minuto della sua ultima stagione italiana. Il caso Insigne, così come si svolge, porta il Napoli, il presidente ed il suo protagonista nella modernità delle professioni. È l’addio ai sentimentalismi. È la conquista della sobrietà. È l’affermazione di un calciatore e di un club come aziende. Aldilà di ogni antistorica ipocrisia.
Il risultato passa attraverso le scelte dei due allenatori, non solo la forza delle squadre.
Spalletti nell’equilibrio dei suoi comportamenti ricorda il miglior Bianchi dell’87. Si è lodevolmente isolato dai soliti giri, riesce persino a cenare da solo nell’incanto di Marechiaro. La condizione monastica lo aiuta a dirigere e decidere. Il piano comincia da Brozovic, chi ipnotizza il cervello dell’Inter? Tocca a Osimhen in prima battuta, in seconda a Lobotka suo dirimpettaio, a Fabiàn Ruiz o a Zielinski? A seguire gli altri abbinamenti. Per un’Inter che comincia dal basso, pesa l’assenza di Bastoni squalificato. E Inzaghi chi fa trovare proprio a sinistra sul Politano che pensa al titolo e ne parla? Ce la fa Dimarco o meglio scombussolare il terzetto difensivo?
Andiamo a vedere, che tensione, piccole grandi manovre con lo scudetto che fa già battere forte il cuore".