Matteo Pincella, nutrizionista biologo  che collabora con la Juventus e nello staff della Nazionale, ha rilasciato un’intervista ai microfoni de La Repubblica:
“Esistono fasi diverse nella stagione di un calciatore: il giorno della partita, il recupero, la preparazione, i giorni di allenamento, partite ogni tre giorni. Noi dobbiamo dare all’atleta la “benzina” giusta per ogni situazione. La troviamo negli alimenti che la terra ci offre. Importante è miscelarli bene e usarli nei momenti giusti. Anche il fritto può far bene.
Tutto è cambiato con la scoperta del microbiota. «Consideriamolo un nuovo organo, un secondo cervello: sono miliardi di microrganismi vivi che albergano nell’intestino e condizionano in nostro star bene: dall’umore alla condizione fisica. Ma per far vincere quelli buoni da quelli cattivi, mangiare in maniera corretta è essenziale. E in un atleta professionista farlo funzionare bene fa la differenza nella prestazione».
E il microbiota ha conquistato anche Allegri. Se vede un giocatore in difficoltà in allenamento, in un particolare stato di forma o un infortunio che non guarisce, chiede anche a Pincella di intervenire: «Ha capito che una buona alimentazione è utile alla squadra. Le vittorie sono figlie di tanti dettagli e la tavola ormai è sempre più importante».Â
C’è qualcosa di assolutamente vietato?Â
«L’alcol è il nemico più pericoloso. Sulle tavole di Juve e Nazionale non c’è un goccio di vino».
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E ormai in Europa c’è la stessa attenzione all’alimentazione. Tutti i grandi club hanno un nutrizionista nello staff. «Siamo in una chat dove ci scambiamo opinioni. Ho capito che i nostri calciatori sono i più professionali. Qualche mio collega mi manda faccine con le mani nei capelli…».