Olivier Dacourt, ex centrocampista di Roma ed Inter, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de Il Mattino. Eccone alcuni passaggi salienti circa i buu razzisti che hanno interessato Koulibaly a San Siro esattamente un mese fa.
"Kalidou è un tipo straordinario, volevo tirargli su il morale con un messaggio, ma non ce ne è stato bisogno, ha già battuto i razzisti con il suo cuore d'acciaio".
Ora, però, si rischia di scivolare nei soliti luoghi comuni.
"Non è così. Le porto un esempio concreto: non farò nomi, ma due calciatori francesi di prima fascia hanno rifiutato in tempi diversi di andare alla Juventus e in un altro club italiano perché si sa che in Italia questa piaga del razzismo è più difficile da debellare".
Ancelotti, anche nella conferenza di ieri, è tornato sul tema dei cori discriminatori, parlando di atti concreti. Che ne pensa?
"L'Italia dovrebbe esser grata a Carlo. Avevo già una grande stima di lui, sia come calciatore, sia come allenatore. Ora, Ancelotti sta riabilitando l'immagine dell'Italia agli occhi dell'Europa, è un aspetto importantissimo. Così come lo è stato il messsaggio di CR7: è più scontato che un altro calciatore nero manifesti la sua solidarietà, lo è molto meno che lo faccia uno che nero non è e si chiama Cristiano Ronaldo. Le testimonianze di Carlo e di CR7 sono quelle che non fanno dire più no all'Italia a un calciatore di colore".
Giusto dare la fascia di capitano a Koulibaly questa sera contro il Milan?
"Non serve assolutamente a nulla. L'unica cosa che conta è fare gesti concreti, gli stessi di cui parla Ancelotti. Se dagli spalti arrivano i cori, allora, le due squadre si fermano. Tutti e ventidue in campo tornano negli spogliatoi. Capisce che potenza mediatica avrebbe un atto del genere? Farebbe il giro del mondo in pochi secondi".