Notizie - Il coronavirus sta man mano perdendo la sua aggressività, soprattutto al Sud. A riferirlo è il dottor Pasquale Mario Bacco, membro della società itoalo-americana Meleam che ha firmato un'indagine interessante sull'evoluzione del Covid-19 in questi mesi.
Intervistato da La Repubblica oggi in edicola, l'esperto ha fatto chiarezza su svariati aspetti riguardanti l'emergenza sanitaria : "Vanno distinti i piani. Questo virus non è il più aggressivo mai visto: è il più fulmineo nel contagio. Convivendo con il Sars-Cov2 in laboratorio, abbiamo constatato che paradossalmente è debole: molto, se lo si confronta con quello che della sua famiglia, il Sars-Cov. Purtroppo, come sempre, ha pesato il fatto che non si conoscesse il nemico. La mortalità reale dell’infezione Covid 19 è molto meno alta. Se potessimo affrontare oggi i pazienti, con le informazioni di ora, eviteremmo la metà dei decessi".
Oggi, infatti, non si rifarebbero una serie di errori inconsapevolmente commessi a inizio emergenza: "Inizialmente - riferisce il professore - si valutavano dannosi gli antinfiammatori, che poi invece si sono rivelati fondamentali e non useremmo in maniera indiscriminata la ventilazione profonda che è stata, a volte, dannosa. Soprattutto, sappiamo che bisogna ospedalizzare prima che si verifichi la fame d’aria".
Ciò che inoltre è emerso nei vari studi è che il Covid-19 si comporta diversamente nel Sud-Italia: "Tutta la "famiglia" dei coronavirus è molto influenzata dal clima e dall’umidità. Noi, in laboratorio, alzando di soli due gradi la temperatura della coltura abbiamo verificato la morte del 52% dei ceppi e la loro conseguente minore "mobilità". Il Sars-Cov2 che si è espresso nel nord Italia è completamente diverso dalla "forma" che ha agito nel sud Italia. La sua patogenicità crolla rispetto alle temperature invece ad esso ideali".
E con l'arrivo dell'estate, adesso, dovrebbe esserci una frenata alla criticità: "Il virus che circola in questo momento al sud e, credo tra un po’ al nord, ha una capacità aggressiva minore. Ma la presenza di soggetti a rischio ci impone di essere accorti nei loro confronti. Con le distanze, con poche ma sicure tutele, fino a settembre dovremmo riprendere la nostra vita". Attenzione però a non sottovalutare la minaccia: "Già da ore vediamo delle mutazioni genomiche che rappresentano probabilmente tentativi del virus di modificarsi per sopravvivere. È un percorso interessante, ma sarebbe prematuro parlarne".