Notizie coronavirus - Ripartire, sì, ma con estrema cautela e senza sottovalutare la minaccia. E' questo l'invito che il dottor Massimo Galli avanza all'intera Italia nel giorno del grande rilancio. Il direttore del dipartimento di Malattie infettive dellâOspedale Sacco di Milano ne ha parlato nel corso di un'intervista a La Repubblica.
Anche perché fare diversamente, per motivi socio-economici, non è certo possibile: "Il tentativo va fatto, la gente non ne può più di stare in casa, molte attività economiche rischiano di morire, e muore anche chi ci lavora. Se lâapertura avviene è perché non ci sono alternative, ma dobbiamo viverla con il massimo senso di responsabilità nei nostri comportamenti".
Altrimenti c'è il rischio di rivevere una nuova fase da incubo: "Il rischio di una seconda ondata dellâepidemia non è una cosa che dico io, ma è unâipotesi che spaventa lâOrganizzazione mondiale della sanità . Câè stata in altri Paesi che hanno aperto, anche se non ha portato situazioni drammatiche. Ora lâabbiamo deciso anche noi, per motivi di assoluta necessità . Siamo di fronte a un esperimento di riapertura che si fonda principalmente su mascherine e distanziamento".
Attenzione poi ai nuclei familiari e ai contesti lavorativi: "Il luogo di maggiore contagio è il contesto familiare. Il rischio è che si prenda il virus fuori e lo si porti in casa. Anche le aziende possono esserlo, molte si sono attrezzate autonomamente per limitare i focolai. Oggi per la prima volta sono uscito con mia moglie per una passeggiata, sono stato al parco Sempione. Ho trovato moltissime persone in giro, e questo non mi stupisce. à normale che la gente sia ormai portata a farlo, anche se benissimo non va: ho visto tanti giovani in gruppo, più o meno ammassati, qualcuno senza mascherina. Questo non va bene".