A Radio Napoli Centrale, nel corso di Un Calcio alla Radio Umberto Chiariello, è intervenuto con il suo editoriale:
"Ci avviciniamo ad unâaltra gara complessa, Napoli-Lazio, il passato che ritorna. La grande bellezza di Maurizio Sarri ed il Sarrismo, concetto storico e storicizzato, un periodo storico calcistico, tutto napoletano, in cui lâallenatore ha rappresentato quel quid che, in genere, non rappresenta un allenatore. Ã stato lâincarnazione dello spirito di un popolo, popolo che adesso si sente tradito dopo lâesperienza alla Juventus e quella alla Lazio, proprio lui che si definiva un rivoluzionario, un Che Guevara.
In spagnolo lo definirebbero âmentirosoâ, ma io non credo, è solo gioco delle parti. Il vero Sarri lâabbiamo conosciuto solo qui, a Napoli lui è stato sé stesso, non un furbacchion e che ha preso in giro un popolo. Poi ha dovuto fare i conti con la propria carriera, andare alla Juventus avrebbe significato raggiungere quel titolo che lui ha sognato da giovane, quando lavorava in banca ed ha deciso di scommettere sulla sua passione, su sé stesso.
Come lui è Serafino Perugino, il presidente del Napoli Futsal, uno che aveva unâattività di famiglia, nel settore dellâabbigliamento che sta portando avanti con successo suo fratello, e lâha lasciata per inseguire il suo sogno: da ragazzo era sempre a letto, con le cuffie, a sentire il rock. Ha aperto una casa discografica, oggi Frontiers è affermatissima a livello internazionale ed ha trasferito questa passione in una squadra di Futsal del suo quartiere che, oggi, lotta per il titolo italiano e la Champions, con il figlio che è stato convocato in Nazionale.
Maurizio Sarri, Serafino Perugino sono uomini che si sono messi in gioco, così come ha fatto Luciano Spalletti che dopo due anni di buonâuscita dellâInter, con unâazienda agricola di alto livello, poteva tirare i remi in barca, ma lâambizione gli rodeva dentro: quello di poter scrivere il suo nome tra gli allenatori titolati. Lâanno scorso ci ha provato con una squadra un poâ stanca, ha fatto degli errori, così come dei calciatori e la società , ma la lezione è servita.
Venerdì si incontrano due con unâidentica concezione del calcio, giocare per vincere e fare la partita, difendersi salendo, con difese altissime, hanno dimostrato che questo modo di giocare è vincente perché, al di là del possesso palla, quel che conta è che il Napoli ha preso 15 gol in campionato e 12 volte ha avuto la porta imbattuta. La Lazio di Sarri, che in classifica è staccatissima, ha preso solo 19 gol, appena 4 in più. Addirittura, Provedel ha fatto 13 clean sheet: uno in più di Meret, quello che ha tenuto la porta inviolata più di tutti in questo campionato. La Juventus è la squadra che ha avuto più clean sheet di tutti, con 19 gol al passivo. Non sarà una passeggiata di salute incontrare la Lazio, anche se ha qualche assenza. Mi auguro che il Maradona possa applaudire Sarri, lui ci ha fatto divertire e gli siamo grati. Alla fine della giostra, temo più lâAtalanta che la Lazio, perché la Dea è una squadra meno bella, meno forte, ma molto più scorbutica, può creare apprensione.
La Lazio gioca a calcio e contro il Napoli è quasi blasfemia, giocare contro il Napoli a viso aperto significa che un pugile bravo scende sul ring e vuol fare a cazzotti: con Foreman, Clay usò uno stratagemma: si chiuse in un angolo, si appoggiò alle corde che erano particolarmente resistenti e, dopo i continui attacchi e colpi, gli diceva âQuesto sai fare? Pensavo fossi più forteâ, lasciava che Foreman si stancasse. Ad un certo punto, esce 1-2 e lo butta al tappeto, era lâunico modo per battere il gigante. Qual è lâanalogia? La Lazio non è capace di fare ciò che ha fatto Clay, accetterà la sfida a campo aperto e quindi non câè partita: ecco perché penso che anche la Lazio dovrà inchinarsi di fronte a questo grande Napoli".
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