Cerchione: "Il Napoli sa di aver fatto un 'pasticcio', non mi è piaciuta una cosa di Conte! Meret? Stessa storia di Kvara..."
A "1 Football Night", programma radiofonico in onda su 1 Station Radio, è intervenuto il giornalista Luca Cerchione, direttore dell’emittente radiofonica campana. Di seguito, un estratto delle dichiarazioni.
Il Napoli è ancora la favorita per questo scudetto?
“Se ci affidiamo alla matematica, sì: il Napoli ha un punto di vantaggio sull’Inter. Detto ciò, è ovvio che il calcio non sia una scienza esatta, perché è influenzato dagli uomini. In questo momento non so quale sia lo stato d’animo dei ragazzi: secondo me sanno di aver fatto un pasticcio contro il Genoa, e francamente lo dico con sincerità. Non so se adesso prevarrà la rabbia di reagire o la delusione per aver perso un’occasione importante per dare una spallata definitiva al campionato. Ora tutto dipende dalla bravura dell’allenatore più pagato della Serie A, Antonio Conte. La sua carriera ci ha insegnato che è un grande motivatore, un grande gestore. Quindi, la logica direbbe ancora Napoli, ma l’aspetto mentale sarà decisivo. Se ci fidiamo di Conte, non dovremmo avere dubbi.”
Qual è la sua opinione su Alex Meret e sui due gol presi di testa, i primi del Napoli in questo campionato?
“Parto dal primo gol: non sono d’accordo nel parlare solo di sfortuna. Era una palla lenta che sbatte sul palo, ma un portiere lì ci deve arrivare e metterla in angolo. Non dico bloccarla – perché sappiamo che Meret raramente blocca in presa diretta – però è abbastanza bravo tra i pali e mi sarei aspettato da lui una deviazione. Mi è sembrato lento e poco reattivo. Quella palla gli passa accanto e sbatte sul palo: non è accettabile, vista la dinamica dell’azione. Sul secondo gol, se ci concentriamo solo sui movimenti di Meret – ignorando il pasticcio combinato da Billing e Olivera – probabilmente avrebbe potuto fare qualcosa in più anche lì: era posizionato ad un metro dal palo sul quale è passato il pallone. Questo doppio intervento mi ha lasciato l’amaro in bocca, poteva fare meglio. Un pizzico di colpa, però, lo do anche alla società: questa è stata la sua miglior stagione al Napoli, eppure gli viene proposto solo un rinnovo annuale, uno più uno. Questo non dà stabilità né fiducia a un portiere che, a mio avviso, l’avrebbe meritata: è nel giro della nazionale, bravo tra i pali e, ribadisco, alla sua migliore presenza con la maglia azzurra.”
Meret resterà a Napoli?
“Francamente mi sembra la stessa storia alla Kvaratskhelia: tutti dicevano fosse fatta, poi se n’è andato a Parigi a metà stagione. Credo si sia arrivati al punto in cui il Napoli si stia guardando intorno, come fa ogni anno. È per questo che Meret riceve solo offerte di rinnovo annuale con opzione. Secondo me, oggi anche lo stesso Meret si sta guardando intorno. Tant’è vero che ha alzato un po’ le sue pretese, giustamente. Non mi sembra un portiere che debba guadagnare meno di due milioni a stagione. È nel giro della Nazionale, è molto bravo fra i pali – certo, ha limiti nel gioco con i piedi e nella gestione della pressione – ma se va via, trova tranquillamente un club disposto a offrirgli di più per più anni.”
Durante tutto il campionato i cambi di Conte sono stati un costante tema di discussione. Anche ieri, secondo lei, non li ha indovinati?
“Sì, secondo me ieri Conte si è fatto prendere troppo dal momento. Aveva già deciso di sostituire Raspadori con Billing, ma proprio in quel frangente Giacomo accende la partita con un tiro pericoloso. Il mister inizialmente congela il cambio, poi, dopo tre minuti in cui il Napoli non tocca palla, decide comunque di farlo. Mi è sembrato vittima delle emozioni. Non mi è piaciuto. Lo dicevo anche prima: Conte è il più esperto della società, anche più di dirigenti e presidente. Non mi aspetto certe incertezze da lui. Chiunque abbia fatto un minimo di scuola calcio sa che togliere un attaccante per un centrocampista ti toglie profondità, ti abbassa, e infatti è successo proprio questo: ti schiacci, dai campo agli avversari portando il pericolo nella tua metà campo, rischiando di prendere gol.
A me sinceramente non è piaciuto un cambio così conservativo, soprattutto perché c’erano altri uomini più stanchi di Raspadori. Non voglio dire che doveva mettere Okafor o Ngonge, però togliere uno dei più in palla – insieme a McTominay – è stata una zappa sui piedi. Conte è l’allenatore più pagato della Serie A non per generosità di De Laurentiis, ma perché è probabilmente il migliore. E da lui, certi errori non li accettiamo. Allo stesso tempo, però, se oggi sei lì a giocarti lo scudetto con l’Inter a due giornate dalla fine, è anche grazie a quella sua mentalità totalizzante. Quindi me lo tengo stretto, Conte. Ma è innegabile che anche ieri il cambio fatto abbia pesato tantissimo sul risultato finale.”