A Radio Punto Nuovo, nel corso di Punto Nuovo Sport Show, è intervenuto Alessandro Barbano, condirettore del Corriere dello Sport:
âReal Madrid-Manchester City sarà una bellissima partita, nessun dubbio. Bella anche Villarreal-Liverpool. Il calcio a quei livelli ci stupisce perché siamo abituati a un altro calcio. Guardiola si è evoluto. Mentre proviamo a imitarlo lui si è reso conto che quel palleggio veloce ha senso solo se fatto veloce. Il Napoli nella prima parte del campionato e con il Sassuolo lo ha dimostrato. Quel gioco lì va fatto in velocità . Devi avere la capacità di fare il gioco tra le linee. I registi che passano la palla indietro o di fianco non sono registi.
Ci ha stupito Lobotka perché abbiamo trovato un regista che fa il regista, quello che deve ispirare lâazione che porta al gol. Ancelotti è un uomo che sa gestire la psicologia fragilissima di campioni ricchissimi, bravissimi ma ignorantissimi. Questo gli ha permesso di vincere nelle top. Ancelotti a Napoli ha sbagliato, non câera una società che facesse ciò che voleva lui. Avrebbe avuto dei costi enormi per i giocatori che voleva lui e poi te li ritrovavi sul groppone o comunque giocatori quarantenni a cui dai 7 milioni lâanno che ti fanno lievitare anche gli altri stipendi di chi chiede un aumento. Quella filosofia avrebbe potuto anche realizzare qualcosa ma non sarebbe stata consona al Napoli. Ancelotti ha sbagliato perché il Napoli ha una società che fa scelte oculate sul mercato, ma non può costruire in maniera scientifica il successo prendendo i pezzi migliori. Non ce la può fare. Sarebbe stato un salto troppo radicale, anche rispetto alla cultura del club che Ancelotti non ha perfettamente capito. Il Napoli deve riuscire a vincere con la sua filosofia contraddicendo lâidea di chi dice che i successi di Verona e Cagliari degli anni â80 non possano anche accadere. Io sono convinto che possano accadere se queste società si dotino di alcune figure manageriali che però oggi non ci sono.
VAR? Sono dellâavviso che bisogna insistere perché il sistema da solo non ha la capacità di formarsi. Il dualismo su cui è costruito il rapporto tra VAR e arbitro crea una competizione, uno scarica barile tra lâarbitro che diffida dalla tecnologia e il VAR che si scarica di responsabilità lasciando sbagliare lâarbitro come accaduto a Pairetto. Questa competizione è distruttiva e la tecnologia produce lâeffetto opposto. Bisogna restituire la signoria del rapporto macchina-uomo allâarbitro in campo, lâunico a dover decidere che senta il VAR come suo, non come controllo esterno al suo operato. Poi bisogna riconoscere agli allenatori la potestà di chiedere in unâazione controversa per tempo che lâarbitro â mantenendo la sua signoria â verifichi lâeffettività o meno di unâazione. Così si risolve il problema. Gli arbitri stanno creando un danno incalcolabile allâeconomia del calcio. Un gioco in cui non sai quando hai commesso fallo e quando non lo hai commesso, dove ci sono tante situazioni in cui si dice che lâarbitro non ha dato rigore ma anche se lâavesse dato non avrebbe sbagliato. Se quella sfera di discrezionalità diventa ampia è evidente che il calcio diventa la lotteria dellâarbitrio e non dellâarbitro. Poi serve trasparenza delle decisioni, oggi non sappiamo ancora cosa si siano detti Pairetto e Nasca. à inaccettabileâ.
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