Ultime notizie calcio. A Radio Marte nel corso della trasmissione "Si gonfia la rete "è intervenuto Stefano Bonacini, Presidente del Carpi guarito dal covid-19.
"Sono stato ricoverato 14 giorni al policlinico di Modena perché purtroppo mi ha beccato il coronavirus, anche in maniera abbastanza pesante. Fortunatamente però invece di andare a sinistra sono andato a destra, sono stato fortunato nella sfortuna perché il mio organismo ha reagito bene alle cure. Per come si era messa sono solo contento. Si pensa sempre “proprio a me deve succedere?” Ebbene a me è capitato, quindi mai dire mai.
Non è tanto la paura di non farcela a preoccuparti, quanto sapere che non c’è una cura definita, ne deriva un'apprensione mentale che ti accompagna nel tempo. Non hai la possibilità di capire se su di te un certo tipo di farmaco può avere effetto o no. Ero stato con figli e nipoti, temevo di averlo attaccato anche a loro.
Non mi volevano fare il tampone, solo tramite i medici del Carpi ci sono riuscito. Appena fatto, il giorno dopo ho avuto la risposta. Avevo una febbre lieve, accettabile, poi però nel giro di qualche giorno la situazione è precipitata, ho avuto febbre altissima e difficoltà respiratorie.
Tornare a giocare? Nonostante questa brutta situazione, se ci sono le condizioni con le dovute tutele il campionato per me va finito. Ho fatto un investimento nel mio piccolo, la Lega Pro non ha grosse risorse, ma abbiamo speso l’80% del budget. Se ci sono le condizioni, io sono uno dei pochi che probabilmente vuole giocare”.
Protocollo FIGC? La Serie B e la Serie C devono essere aiutate. Il sistema calcio e la FIFA devono mettere mano al portafoglio. Non è pensabile che una società di Serie C possa mantenere le persone in hotel o seguire altre norme simili senza un sostegno. O troviamo una soluzione oppure, cominciamo a fare le cause, perché avremo un'estate piena di contenziosi con i vari TAR in azione e non si finisce più.
Giuntoli? Ci siamo sentiti una decina di giorni fa, abbiamo più che altro cazzeggiato, ci siamo fatti due chiacchiere e mi ha chiesto come stavo, una telefonata in amicizia senza parlare di calcio".